Lignano dice addio al suo storico barbiere: è stato campione italiano di bocce

LIGNANO. L’ex assessore e storico barbiere Giovanni Bonafè, impegnato per oltre cinquant’anni nel proprio salone a Lignano Sabbiadoro, è morto a causa dell’aggravarsi di una malattia. Nato nella città marittima nel 1930, Bonafè, che lascia la moglie Irma Guf (con la quale è stato sposato per oltre sessant’anni) e le figlie Donatella, Patrizia e Giovanna, il prossimo 25 gennaio avrebbe compiuto 91 anni.
Campione italiano di bocce, il barbiere ha collezionato numerose coppe e medaglie allenandosi nel bocciodromo lignanese: «Mio papà adorava giocare a bocce e già da adolescente aveva iniziato a partecipare a gare regionali e nazionali, sempre in coppia», spiega la figlia Donatella.
Primo dei sette figli di Giuseppe Bonafè, bagnino e custode (padre dell’ex assessore e barbiere, appunto) trasferitosi nella riviera friulana negli anni Venti da Rovigo, il 90enne dopo aver lavorato per alcune stagioni estive come apprendista di altri barbieri friulani ha aperto, a soli sedici anni, il proprio salone in via Udine a Sabbiadoro.
Poi, a trentadue anni, ha trasferito in piazza Fontana la propria attività lavorandoci fino alla pensione (e cioè fino all’inizio degli anni Ottanta). Politicamente schierato a Destra, Bonafè a Lignano è stato anche assessore alle Finanze per un mandato assieme al primo cittadino Guido Teghil (scomparso nel 1967 a causa di un incidente stradale) con il quale negli anni ha coltivato una grande amicizia.
Inoltre, «accanito tifoso della Juventus, mio papà è sempre andato a vedere le partite della sua squadra di calcio del cuore sia allo stadio di Udine sia a Torino», racconta ancora Donatella.
«Determinato ed estroverso, mio papà era un peperino – prosegue la figlia – ma è sempre stato una persona molto umile e, soprattutto, una persona onesta e dai solidi ideali, anche quando era in politica ha rinunciato a molte cose e non è mai sceso a compromessi con niente e con nessuno.
La sua è stata una vita di sacrifici, ha sempre lavorato tanto fin da quando era un bambino di dieci anni, però non ci ha mai fatto mancare niente ed è sempre stato molto orgoglioso di noi figlie e dei suoi nipoti».
Non solo: «Giovanni è stato un marito amorevole, fin dal nostro matrimonio (celebrato nel 1953) siamo sempre stati tanto legati l’uno all’altra – afferma la moglie Irma –. Ha vissuto per la famiglia». Appassionato della montagna e della raccolta dei funghi, Giovanni Bonafè «era legato a Levico Terme, paese trentino nel quale eravamo soliti andare in vacanza ogni anno per un mese, a ottobre, con tutta la famiglia – conclude la figlia Donatella –. Rimarranno ricordi bellissimi».
Per dare l’ultimo saluto al 90enne, i funerali saranno celebrati giovedì 14 gennaio, alle 15, nella chiesa San Giovanni Bosco di Lignano Sabbiadoro. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto