Licenziamenti in Thailandia Agitazione all’Electrolux

A Rayong 127 operai mandati a casa per aver chiesto un aumento di stipendio. La Fiom minaccia iniziative in Italia. «La protesta è stata sedata con la forza»

PORDENONE. “Conflitto” sindacale all’Electrolux thailandese dove sono scattati 127 licenziamenti di operai e di un sindacalista. Decisioni rispetto alle quali la Fiom chiede all’azienda di recedere, non escludendo «iniziative di solidarietà» negli stabilimenti italiani, in assenza del ritiro di questi provvedimenti. Nella ricostruzione dei fatti presentata dalla Fiom, all’origine della vicenda avvenuta nello stabilimento di Rayong, in Thailandia, vi sarebbe stato il rifiuto di negoziare con i rappresentanti dei lavoratori sulle richieste di aumenti salariali equi e l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori interinali.

Nei giorni scorsi il management di Electrolux Thailandia avrebbe convocato una riunione di tutti i lavoratori alle 8 del mattino annunciando l’erogazione di un bonus salariale di due mesi, ma rifiutandosi di avviare trattative sulle richieste sindacali.

Da qui, probabilmente, la protesta che è stata “sedata” con l’allontanamento, che sarebbe avvenuto con la forza, dalla riunione del presidente del sindacato, Phaiwan Metha, che sarebbe stato licenziato in tronco e accompagnato fuori dallo stabilimento. Appresa la notizia, i lavoratori avrebbero proseguito il sit in in fabbrica chiedendo il reintegro del sindacalista. Il management allora avrebbe chiamato la sicurezza e la polizia, riferisce sempre la Fiom, che avrebbero circondato i lavoratori «impedendo loro di uscire per tutta la giornata, e tra loro c’era anche una donna incinta al sesto mese di gravidanza, che aveva cercato di andarsene. Solo a fine turno, alle 17, gli operai sono stati rilasciati ad uno ad uno dalle guardie di sicurezza che li hanno identificati».

Ma la vicenda non è finita così. Lunedì gli operai sono tornati al lavoro e hanno trovato il preavviso di licenziamento. «In totale - prosegue la Fiom - sono stati dimessi 127 lavoratori. I licenziamenti - spiegano dal sindacato - sono la conseguenza di oltre un mese di sforzi da parte del sindacato thailandese di negoziare il nuovo salario minimo e gli adeguamenti salariali annuali che devono essere implementati entro il 25 gennaio. La direzione ha rifiutato le proposte sindacali tentando di imporre adeguamenti unilaterali e discrezionali senza alcun accordo».

Le reazioni alla vicenda non arrivano solo dalla Fiom, anche il sindacato svedese, la If Metall, e il segretario generale di Industriall Global Union, Jyrki Raina, hanno espresso «indignazione» per le azioni di Electrolux. Raina ha scritto al top management svedese invitando ad usare la loro influenza per «reintegrare immediatamente i lavoratori licenziati e i membri del sindacato e riprendere il tavolo di trattativa».

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