L’ex agente che colleziona carte da gioco del mondo

PORDENONE. Una passione sorta negli anni Settanta quando «le prime carte venivano date agli esercenti assieme alla bottiglia da litro dell’Aperol: erano tarocchi egiziani». Prima pochi mazzetti, poi sempre di più, sino a oggi, che ne possiede oltre 1.400 di valore inestimabile. Il collezionista è Renzo Trevisan, 64 anni, poliziotto pordenonese in pensione. Carte storiche, sportive, pubblicitarie, religiose, amatoriali, divinatorie e regionali e raccolte durante viaggi e mercatini dell’antiquariato.
«Per lavoro ho avuto la possibilità di spostarmi molto e nelle pause coglievo l’occasione per cercare nuovi mazzi da collezione». Così annovera – assieme a un look confacente con tanto di cravatta, gemelli, portafogli e portacenere di carte da scala 40– le carte imperiali e da briscola da borsetta, le “indovine” per giocare al lotto, ma anche le più note, almeno nella nostra zona: le Trevisane e quelle distribuite, in occasione del “Zanussi family day” del 15 ottobre 1989 dalla fabbrica di Porcia, quelle della Sip della Sicilia e della Toscana, in argento e avorio, quelle di Lady Diana, di Totò, della Liga Veneta e di Grado, dell’ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini.
Le più piccole, raccolte in un elegante cofanetto (a proposito: alcuni risalgono al 1600, in ceramica per i ricchi, di conchiglie per i meno abbienti), misurano 2,5 per 3,5 centimetri, le più grandi, 40 carte napoletane, 19 centimetri per 10 e mezzo.

Nella grande collezione, anche le carte raffiguranti Saddam Hussein, quando era nel mirino degli Stati Uniti e il mappamondo del 1600 contenente le carte da Poker, burraco e bridge e i dadi e le fiche.
Il più bel pezzo della collezione? «La scatola di cxarte con le pedine, acquistate a Budapest». Sono simili al Domino, per fare un paragone.
Un poliziotto in pensione non poteva, però, non avere le carte dedicate all’International Police association e quelle raffiguranti la storia dei corpi: polizia italiana, tedesca e francese, carabinieri, finanza e alpini.
«Posso effettuare una esposizione della collezione di carte da gioco di tutto il mondo», dice Renzo Trevisan, che ha già allestito mostre ad Azzanello, alla Festa in piassa, a Cordenons e alle Grazie di Pordenone. È a disposizione di eventuali altri interessati: la sua mail è rosapelmo20@alice.it. Oltre ai mazzi di carte, «cofanetti lavorati a mano, in pelle, in legno, intagliati, e carte di varie tematiche: storiche, militari, pubblicitarie, religiose, divinatorie, regionali e per bambini».
Renzo Trevisan ha anche compiuto una ricerca sull’origine delle carte da gioco: «La storia delle carte secondo alcuni risalirebbe ai tempi degli egizi, altri ai cinesi, mentre alcuni studiosi hanno affermato che sarebbero state introdotte dai crociati. Dalle prime testimonianze risalirebbero al XIV secolo con quattro segni ancora in uso: segno di spade (potere militare), di bastoni (della giustizia), coppe (ecclesiastico) e denari (potere della finanza).
Verso il 1430 arrivarono i primi tarocchi importati dagli Sforza mentre nel 1480 cominciarono a circolare i segni francesi: cuori ovvero potere dell’amore, quadri dei mattoni e delle case, fiori ovvero natura e vita, picche (affari e finanza)». In Italia, infine, vi sono 17 stili regionali in circolazione: «I più vicini a noi sono le carte trevisane e quelle triestine».
Renzo Trevisan raccomanda: «Si gioca solo per passatempo».
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