Lettera dello studente I promoter replicano: «La città non è morta»

Ranaldi: «C’è una rinascita culturale, basti vedere il Capitol» Scircoli: «Da noi un’offerta di eventi con pochi eguali»

Pordenone città morta? Tutt’altro. A respingere l’etichetta di “Pordenoia”, alimentando il dibattito che sta dividendo la città dopo il commentatissimo post critico dello studente universitario padovano Alberto Di Marco, sono i protagonisti della vita culturale e associativa di Pordenone. Coloro che da anni si spendono in prima persona per rendere viva la città, offrendo proposte musicali, artistiche e di intrattenimento indirizzate anche ai giovani. Ecco, dunque, 6 pareri autorevoli per analizzare la situazione e mettere in risalto pregi (tanti) e difetti (da non sottovalutare) del panorama culturale pordenonese. Per provare a capire dove si può migliorare e perché la percezione da parte dei giovani è spesso più vicina a quella di Alberto.

Massimo Ranaldi (ex cinema Capitol): «Se la confrontiamo con altre città, anche più grandi, ci rendiamo conto che Pordenone offre un numero di eventi e iniziative notevole. Anzi, da questo punto di vista mi pare sia in atto un’autentica rinascita e ne è prova la recente riapertura del Capitol, rimasto chiuso per anni. C’è un fermento culturale evidente anche grazie a rassegne consolidate come Pordenonelegge o le giornate del cinema muto. Insomma, mi pare davvero che non ci si possa lamentare e del resto anche da parte di tanti non pordenonesi arrivano giudizi favorevoli. Ai giovani che si lamentano dico che non si possono confrontare con Pordenone realtà come Padova o Bologna. Poi, naturalmente, si può migliorare. Abbiamo un’amministrazione comunale che punta molto sulla cultura e sulla possibilità di valorizzare proposte in questo settore. Il sindaco Ciriani sta mettendo nuove risorse per sviluppare turismo e commercio, che con la loro crescita possono favorire anche la valorizzazione delle iniziative culturali e di intrattenimento».

Claudio Scircoli (Pnbox, Scenasonica): «Con Scenasonica abbiamo proposto a Pordenone quasi 50 eventi musicali all’anno con gruppi internazionali. Inoltre non so quante città di 50 mila abitanti in Italia possano vantare un numero così elevato di artisti, musicisti, operatori culturali, organizzatori di eventi per non parlare di tutti i pordenonesi impegnati nell’associazionismo. Si può migliorare, però, nel coordinamento e nel far conoscere all’esterno le varie proposte, specialmente quelle della scena indipendente. Si può crescere nella promozione e nella comunicazione. Forse le critiche dello studente sono dettate anche dal fatto che attualmente non è facile avere un quadro complessivo, un panoramica ampia e completa di tutte le iniziative. Due pecche sono l’eccesso di litigiosità, e una tendenza ipercritica che caratterizzano spesso i rapporti tra associazioni e realtà culturali. Auspico che tutti coloro che operano nella città per renderla viva sappiano anteporre i contenuti culturali e le proposte di intrattenimento, lasciando perdere divisioni e appartenenze politiche».

Roberto De Filippo (storico organizzatore di eventi, esponente di Confesercenti): «A Pordenone c’è una vasta scelta di iniziative e ha ragione il sindaco Ciriani a sottolineare che sono stati tantissimi gli eventi proposti soprattutto durante il periodo natalizio. Si potrebbe migliorare la calendarizzazione degli eventi e prevedere degli spazi appositi sugli organi di informazione, anche on line, per promuovere in modo mirato le iniziative che sono destinate ai giovani e che di solito finiscono per trovare meno spazio, rischiando di passare inosservate. Un’altra idea che potrebbe aiutare a mettere d’accordo le varie esigenze è anticipare gli orari delle iniziative in centro così da evitare che si protraggano fino a tarda serata, quando poi fioccano le telefonate di protesta da parte dei residenti. Chiaro che non possiamo fare paragoni con Bologna ma Pordenone offre tanto, per qualità e quantità. Poi, vorrei capire esattamente che iniziative, in concreto, vorrebbero i giovani che si lamentano. Piangersi addosso è troppo facile»

Attilio Perissinotti (Bpm concerti): «Basta pensare alla scorsa settimana. A Pordenone e dintorni c’erano tantissime proposte di livello, da Morgan alla fiera del disco, diventata ormai la prima in Italia. È altrettanto vero però che per i giovani under 25 si potrebbe fare di più. Inoltre mi pare manchi il ricambio generazione per quanto riguarda i promoter. Bisogna coinvolgere di più i giovani dal punto di vista dell’organizzazione e loro devono essere più propositivi».

Andrea Buzzai (commerciante e organizzatore di eventi): «Gli eventi in città, indiscutibilmente, sono parecchi. Probabilmente mancano diciottenni e ventenni che organizzano e propongono iniziative per i loro coetanei. Bisognerebbe favorire un contesto in cui i giovani di quella fascia d’età possano essere coinvolti direttamente nella fase propositiva e organizzativa. Occorre responsabilizzarli, metterli nelle condizioni di dare un impulso alla città, chiedere esattamente cosa vorrebbero. Forse la maggior parte delle iniziative proposte a Pordenone è sbilanciata oggi su altre fasce di età».

Fabio Dubolino (cooperativa Nuove Tecniche): «All’origine di molte delle lamentele che arrivano dagli studenti c’è la chiusura del Deposito Giordani, una struttura che per la sua collocazione e per il tipo di intrattenimento che offriva era in grado di soddisfare le aspettative di coloro che si trovano trova nella fascia tra i 18 e i 25 anni. Sarebbe utile un corpo intermedio in grado di incrociare domanda e offerta in modo che quest’ultima sia tarata in base ad aspettative ed esigenze dei più giovani. E poi, sicuramente si può migliorare la comunicazione, far conoscere in modo più efficace le proposte della città sul piano dell’intrattenimento, oltre che della cultura e dell’arte. Infine, dico che il post dello studente padovano va letto in modo costruttivo. Mi dispiace, invece, aver visto molti pordenonesi che su Facebook gli hanno risposto con toni piuttosto accesi e critici. Credo che volesse solo dare un contributo per rendere più viva la nostra città. Dovremmo ringraziarlo per questo».

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