L’esperto alimentare: futuro senza carne, saremo vegetariani

UDINE. Il tema di come interpretare l’innovazione in un’agricoltura che in futuro dovrà essere sempre più sostenibile aumentando produttività e qualità, è stato sviscerato ieri dal Future Forum da Alberto Capatti, dell’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, da Annalisa Saccardo dell’Area ambiente e territorio di Coldiretti e da Kurt Schmidinger, esperto in scienze dell’alimentazione, fondatore e direttore in Austria del portale Future Food.
Quale tipo di innovazione ci servirà, visto che dobbiamo cambiare? Per Capatti, da storico dell’alimentazione, «è fondamentale non avere un approccio ideologico al cibo e alla produzione alimentare. La storia del presente descrive e immagina il futuro secondo la definizione di “catastrofe” e ciò vale anche per il “sistema alimentare”. Ci si chiede quale sarà disponibilità alimentare del futuro, ma si prevede anche la scomparsa di specie vegetali e animali, di forme di agricoltura e approvvigionamento, si parla di eccessi in ambito produttivo, eventi come la mucca pazza o il vino al metanolo costellano nostra storia alimentare».
Capatti ha criticato una visione di futuro «che è ritorno al passato, una visione radicale retroattiva della produzione, localizzata nelle sue minime accezioni».
Schmidinger ha prospettato una strada concreta di futuro possibile, basata a sua volta su una scelta radicale, ossia sull’abbandono del consumo di prodotti animali. Il fondatore di Future Food ha posto in evidenza il dispendio “insostenibile” derivante dall’industria della carne.
Schmidinger ha spiegato come il consumo di carne in sostanza crea il più elevato consumo di risorse e rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente, oltre che per la vita degli animali stessi. Il suo “future food” è dunque un’alimentazione che sostituisce la carne, con varie soluzioni, tutte strettamente legate alla produzione vegetale, e alla soia in particolare, «decisamente meno invasive e dannose per l’ambiente e l’uomo».
Dalla soia, Schmidinger è passato anche a prospettare alternative per latte e uova, fino ad arrivare alla «carne “in vitro"», praticamente riprodotta in laboratorio, anche se la sua messa in produzione, ha ammesso, provoca riflessioni etiche, oltre che economiche.
Infine Saccardo, di Coldiretti, ha evidenziato come la scelta alimentare del futuro dovrà essere fortemente influenzata da motivazioni nutrizionali, motivazione percettivo-sensoriali, motivazione etiche e religiose. L’agricoltura, oltre a produrre alimenti, dovrà proteggere gli habitat, e quindi dovrà essere tutelata rispetto alla sottrazione di suolo da parte di altri settori produttivi. «Oggi e sempre più in futuro – ha chiosato – l’agricoltore deve essere un “land manager”: fornisce alimenti, gestisce il territorio e le sue risorse ambientali».
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