L’Enel toglie l’acqua dal lago di Sauris ed emerge l’antico borgo

La società in questi giorni lo ha quasi svuotato del tutto per effettuare rilievi. Sono spuntate le rovine di La Maina e le strutture che ospitarono i prigionieri di guerra adibiti ai lavori di costruzione della diga

SAURIS. Svuotato il lago di Sauris, riemerge l’antico borgo di La Maina. La Carnia in questi primi giorni di primavera presenta una ammaliante novità per quanti vogliano trascorrere alcuni giorni di vacanza e riposo in un contesto naturalistico di prim’ordine. In particolare è la valle del Lumiei che si presenta con un eccezionale novità.

In questi giorni il lago è stati svuotato quasi completamente dei suoi 70 milioni di metri cubi d’acqua, facendo riemergere le rovine dell’antico borgo di La Maina e le strutture che ospitarono, nel corso del secondo conflitto mondiale, i prigionieri di guerra neozelandesi che furono adibiti alla costruzione della diga che con i suoi 136 metri di altezza era la più alta d’Italia e una fra le maggiori in Europa.

Sauris, tolta gran parte dell'acqua al lago: riemergono i resti dell'antico borgo

L’Enel effettua costanti monitoraggi al complesso lacustre e in questi giorni ha abbassato il livello delle acque per effettuare dei rilievi sulla diga stessa. I lavori proseguiranno ancora per alcune permettendo cosi` a quanti si recheranno nel comune più in quota della nostra provincia, di ammirare la vallata così come era prima della costruzione della diga, i cui lavori sono iniziati nel 1941 mentre l`inaugurazione è avvenuta nel 1948.

In particolare nei pressi della diga sono riemerse le strutture in cemento dove risiedevano i prigionieri di guerra adibiti ai lavori di costruzione della diga, mentre più distante, poco a valle del’attuale abitato di La Maina, sono riemersi i resti del vecchio borgo.

Uno spettacolo inusuale, da ammirare con la dovuta precauzione, senza avvicinarsi in quanto il manto limaccioso del terreno riemerso può rappresentare una seria minaccia. Molto meglio indugiare fra le vie delle varie frazioni condividendo la vita con i locali a assaporando la loro ospitalità, anche culinaria.

«Il lago – interviene l’albergatrice Paola Schneider, presidente di Federalberghi regionale – sebbene non sia mai stato sfruttato direttamente per il turismo, in quanto si tratta di un bacino artificiale difficilmente raggiungibile e utilizzabile, è entrato nella storia quotidiana del paese. Rappresenta uno scenario unico che ha contraddistinto la nostra vallata facendola scoprire ai tanti estimatori di Sauris». Il riemergere delle antiche case del borgo fa riemergere pure un segmento della storia del paese. «Oltre ad aver fatto migrare più in quota le famiglie della vecchia Maina – prosegue Schneider – il lago ha portato con se sotto le acque le vecchie usanze del paese, i mulini e le “stue” tramite le quali si veicolavano verso valle lungo l`orrido del Lumiei i tronchi».

Il lago e la guerra hanno segnato anche momenti tristi durante il periodo di detenzione dei prigionieri neo zelandesi, ma oggi questi fatti rappresentano un momento felice per la comunità saurana e per gli eredi dei prigionieri che spesso che negli ultimi anni fanno visita a Sauris per vedere dove i loro cari erano internati e per vedere l`opera che hanno contribuito ad erigere.

 

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