Legionella alla Lesa di Remanzacco? Il sindaco insorge

L’iniziativa dell’onorevole Savino – che ha presentato al ministro della difesa un’interrogazione in cui si insinua il dubbio di un’epidemia di legionella alla caserma Lesa di Remanzacco – è stata un pugno allo stomaco di molti. «Pessimo modo di far politica – tuona il sindaco Angeli (nella foto) –: sono solidale, ripeto, con la comunità di Tolmezzo, per la quale la perdita degli alpini rappresenterebbe un duro colpo. Ciò premesso (e premesso pure che per Remanzacco avere o non avere 300 unità in più è assolutamente identico: non cambia nulla), ribadisco che quello della deputata è un “modus operandi” esecrabile. Creare allarmismo fra la gente parlando di epidemia! Ma ci si informi, prima. Si contatti il comando della caserma, e il Comune... Questo spot ha provocato solo danni, e di certo non muoverà le carte a favore del mantenimento a Tolmezzo delle penne nere».
Perfettamente in linea il consigliere provinciale Arnaldo Scarabelli, già primo cittadino di Remanzacco: «Meglio farebbe, la Savino, a occuparsi dei trenta alloggi demaniali adiacenti alla Lesa: versano in stato di degrado totale. E’ evidente che dietro questa manovra, palesemente strumentale, ci sono gli amministratori tolmezzini di centrodestra. Nulla contro la permanenza degli alpini in Carnia: per tutelarla, però, ci si sarebbe dovuti attivare molto tempo fa. Il progetto del trasloco è di lungo corso: all’epoca del governatore Illy era stato varato un piano di rilancio della caserma di Tolmezzo. Peccato - conclude Scarabelli - che Tondo, e con lui l’allora assessore alle finanze Savino, lo abbiano accantonato». (l.a.)
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