Le volpi fanno strage di galline, l’esperto: usare reti interrate

«Ormai le conosciamo quasi per nome». Così Carlo Vescul, presidente della Riserva di caccia di Corno di Rosazzo, rassicura sulla presenza di volpi sul territorio

«Ormai le conosciamo quasi per nome». Così Carlo Vescul, presidente della Riserva di caccia di Corno di Rosazzo, rassicura sulla presenza di volpi sul territorio in seguito alla recente segnalazione sui social di un “passaggio” nella zona di Godia in un cortile, dove a farne le spese sono state proprio le galline.

«Da sempre la volpe – continua – è un animale presente in quest’area geografica, un tempo erano molto più numerose e oggi ne sono rimaste alcune, che raramente i cacciatori vedono nelle loro uscite». Vescul spiega come in questi ultimi due anni la popolazione delle volpi, dopo il disequilibrio recente, si stia ristrutturando: «Sono arrivate una ventina di giorni fa. Le loro tane nella zona di Dolegnano sono note ai cacciatori, così come i percorsi notturni, segnalati dai cani domestici nelle prime ore del mattino, nelle direttrici del Borgo di Sotto e Visinale».

«Si tratta di un fenomeno assolutamente naturale, che non deve creare alcun allarmismo, ma comprendo il disagio di chi ha animali da cortile – aggiunge –. Già una decina di giorni fa ci veniva segnalato un altro episodio nell’area della zona sportiva, con un bottino di nove galline uccise, di cui quattro lasciate sul posto».

La volpe, infatti, caccia per sfamare i piccoli, portando spesso il pollame nelle tane. «È necessario, dunque, per chi ha galline, mettere in atto alcune precauzioni, come usare una rete elettrosaldata per le recinzioni, magari interrata per una quindicina di centimetri».

Questo tipo di rete in ferro, infatti, non può essere morsa dall’animale, che in genere scava anche sotto il recinto per entrare nei cortili. «Per quanto riguarda gli animali domestici, come cani e gatti, in genere non c’è relazione con la volpe, a meno che il cane non voglia difendere il territorio del suo capobranco, ossia l’uomo, e ricordando che anche il gatto, essendo un felino, ha un istinto di caccia notturno».

«Conoscere la fauna del territorio è importante», conclude Vescul, parlando del progetto educativo con la scuola primaria di Corno alla scoperta del bosco e dei suoi abitanti. «Dopo le classi prime, quest’anno lo riproporremo anche ai più grandi, a fine inverno, prima che inizi il periodo della riproduzione, che l’uomo deve rispettare».
 

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