Le trote fario triestine finiranno nello Slizza

La specie sta minacciando l’ecosistema del Rosandra L’operazione è stata organizzata dall’Ente tutela pesca





Le trote fario del torrente Rosandra si preparano a “fare le valige” e a trasferirsi dal comune di San Dorligo della Valle e quello di Tarvisio.

A programmare l’operazione, con l’obiettivo di salvaguardare l’ecosistema locale – minacciato dalla specie alloctona introdotta nel corso d’acqua carsico negli anni Ottanta – è stato l’Ente tutela pesca. Se ancora la tempistica non è stata definita, quel che è certo è che verranno trasferite nel torrente Slizza.

«La notizia ci ha sorpresi, in quanto nessuno ci aveva informati – riferisce il consigliere delegato alle politiche per la montagna e alle risorse naturalistiche Paolo Molinari – in realtà la trota fario è una specie autoctona nel nostro comprensorio, quindi questo trasferimento non dovrebbe comportare problemi di alcun tipo. Siamo certi che l’Ente tutela pesca dispone di tecnici in grado di programmare e gestire l’intera operazione in maniera efficace, anche se avremmo gradito una comunicazione più tempestiva. Di certo – assicura – i nostri fiumi sono in ottime condizioni. Oltre alla presenza degli aironi e del cormorano, va registrato anche il ritorno della lontra».

Un tempo, nello Slizza oltre alla trota fario c’era anche quella iridea, poi quest’ultima si è rivelata una specie invasiva ed è stata eradicata.

Quanto alla presenza della trota fario nel Rosandra, è stata immessa principalmente per la pesca sportiva, ma poi si è rivelata nociva per le altre specie, ponendo a rischio di estinzione il gambero d’acqua dolce e minacciando la sanguinerola e alcuni anfibi, fra i quali il rospo comune, la rana verde maggiore e l’ululone del ventre giallo, determinando anche la scomparsa della salamandra pezzata.

Il progetto sarà dunque realizzato in due fasi: nella prima si provvederà all’elettropesca delle trote fario, un metodo non letale che viene considerato tra i migliori fra quelli utilizzati per le specie ittiche. Verrà, pertanto, impiegata la corrente elettrica per stordire temporaneamente i pesci e obbligarli a nuotare involontariamente verso un campo elettrico dove potranno essere raccolti. Nella seconda fase i campionamenti proseguiranno fino a garantire la completa eradicazione della specie che verrà trasferita nel nuovo habitat. —



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