Le Tre pietre nascoste dagli arbusti

Delimitavano il confine con Moimacco. Appello ai proprietari del terreno

CIVIDALE. Rappresentavano, in un certo senso, il confine di Cividale in direzione ovest, cioè verso Udine. Erano l’antica, informale, popolare delimitazione della città.

Le Tre pietre, elemento concreto (per quanto non molti, ormai, sappiano esattamente a cosa si riferisce l’indicazione) da cui deriva il toponimo della fascia confinaria, appunto, fra i Comuni di Cividale e di Moimacco, stanno scomparendo nella vegetazione.

Un tempo le si scorgeva distintamente dalla vecchia statale, dismessa da decenni.

Oggi non più e non solo per la distanza, peraltro relativa, dal tracciato attualmente in uso (dal quale era comunque possibile individuare i cippi).

I blocchi sono avviluppati da giunchi e arbusti, che d’estate li nascondono completamente e che nella stagione fredda li lasciano a malapena intravedere.

E c’è, così, chi solleva il caso, auspicando che i proprietari del terreno coltivato a vigneto su cui ricadono i pinnacoli provvedano a ripulire il sito, restituendo alla vista dei passanti l’origine del nome del sito.

Lo stato di abbandono di un contesto «che ha – evidenzia chi ha posto la questione – importanza storica e pure un valore leggendario» è un peccato, un vero sfregio alla tradizione.

«Perché sulle Tre pietre – ricorda il segnalatore, un ex cividalese che ora risiede a Udine, ma che spesso e volentieri torna nella sua città d’origine – esiste, come accennavo, anche una leggenda».

Piuttosto funesta, a dirla tutta: raccontava, infatti, che nel momento in cui Cividale si fosse espansa fino ai cippi sarebbe arrivato un rovinoso terremoto, che avrebbe raso al suolo la cittadina longobarda.

Condivide l’auspicio di pulizia del contesto il sindaco di Moimacco, Enrico Basaldella: «Confidiamo – dichiara – in un intervento che offra nuovamente visibilità alle tre pietre». (l.a.)

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