Le punta la pistola alla testa: «Fuori i soldi»

CORMONS. È successo tutto in pochi. Erano le 21.45 di domenica sera all’Osteria Da Marcello, in località Boatina, quando dall'ingresso sul retro un uomo con il viso coperto da un passamontagna è entrato nel locale puntando una pistola alla testa della moglie del titolare, Marcello Munarin, intimando a quest’ultimo di stendersi a terra e di indicargli dove tenesse i soldi.
«Mia moglie è stata presa da dietro, all'improvviso. L’aggressore le ha puntato una pistola e mi ha obbligato a mettermi a terra. Si rivolgeva a noi in inglese, in italiano diceva soltanto “soldi, soldi”» racconta Munarin, ancora comprensibilmente scosso per l’accaduto. Una testimonianza di come il rapinatore evidentemente fosse straniero, anche se nella concitazione del momento è stato difficile capire quale accento potesse avere. L’azione è durata una manciata di secondi, interminabili però per i coniugi Munarin, che da anni gestiscono uno dei ristoranti più rinomati dell’Isontino per quanto riguarda la prelibatezza delle carni proposte.
«È stato molto deciso nei modi - racconta ancora Munarin -. Una volta immobilizzato, puntando sempre la pistola alla testa di mia moglie, mi ha chiesto prima di non guardarlo e poi dove tenessi i soldi. Tra cassa e portafoglio ha portato via circa 1.300 euro, l'intero incasso in contanti di una giornata che, grazie anche al bel tempo, ci aveva visti lavorare molto. A un certo punto, mi ha anche perquisito per vedere se avessi soldi addosso, ma non li avevo. Mi ha pure chiesto le chiavi dell'auto, poi nella concitazione di quegli attimi per fortuna poi non le ha prese».
L'uomo, dileguatosi approfittando del favore delle tenebre, è scappato a piedi: possibile ipotizzare che in lontananza (la zona è piuttosto isolata, l'Osteria è situata tra i campi, la strada tra Cormòns e Corona e il rio Bisinta che scorre nei pressi) avesse lasciato parcheggiata un’automobile con la quale poi abbia proseguito la fuga.
«Ho atteso qualche minuto, sperando solo che tutto finisse prima possibile e, una volta accertatici che eravamo rimasti soli, ho chiamato i carabinieri» conclude il racconto Munarin. E proprio gli uomini dell’Arma, immediatamente sopraggiunti nel locale per i rilievi, stanno indagando ad ampio raggio per risalire all’autore del fatto criminoso.
L'episodio, del quale ieri mattina si è diffusa notizia in città tramite il passaparola, ha allarmato subito i cittadini: furti e truffe a parte, non si registrava da tempo un’aggressione con tanto di pistola. In quanto a rapine a mano armata nella memoria dei cormonesi è ancora scolpita quella, clamorosa, compiuta nel lontano 1986, quando una banda assaltò una banca del centro cittadino dando poi vita a una sparatoria e a un inseguimento con le forze dell'ordine.
È di poche settimane fa, invece, un tentato furto notturno compiuto in un supermercato di San Lorenzo con lo sfondamento della vetrata d'ingresso con un'auto usata come ariete.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto