Le indagini sul delitto Regeni, ascoltate in Friuli la sorella Irene e un’amica

Nuove audizioni del pm Colaiocco. La Procura di Giza non renderà pubblica l’autopsia
Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016. ANSA/ALBERTO LANCIA
Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016. ANSA/ALBERTO LANCIA

UDINE. Sergio Colaiocco prosegue nella sua indagine per scoprire chi ha voluto, e messo in atto, l’omicidio dello studente friulano al Cairo. Il pubblico ministero della Procura di Roma che ha aperto un fascicolo di inchiesta contro ignoti per omicidio volontario ha partecipato, venerdì, ai funerali di Giulio Regeni e sabato si è fermato in Friuli per raccogliere nuove testimonianze e materiale che possa aiutarlo nella ricerca della verità.

Il magistrato, in particolare, ha sentito la sorella di Regeni, Irene, e una sua amica, entrambe in qualità di persone informate sui fatti. Secondo quanto si è appreso, inoltre, i carabinieri del Ros e lo Sco della polizia romana avrebbero acquisito anche ulteriore materiale informatico – dopo il computer personale del dottorando già nelle mani degli inquirenti – fornito dagli stessi familiari di Regeni.

Non sono le prime audizioni di persone informate sui fatti, quelle realizzate ieri da Colaiocco. Il pm romano, infatti, dopo papà Claudio e mamma Paola aveva già ascoltato giovedì le testimonianze di tre amici di Regeni, ricercatori universitari come lui al Cairo.

A proposito delle testimonianze egiziane, ieri è intervenuta Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni. «È difficile avere riscontri su testimonianze egiziane; dobbiamo fidarci delle fonti ma intanto viene pubblicato di tutto». L’avvocato ha aggiunto che, invece, lei e la famiglia hanno «estrema fiducia nelle indagini in corso da parte della Procura di Roma», sottolineando la «sensibilità e l'accuratezza» con le quali vengono condotte.

Dalla capitale egiziana, infine, rimbalza la notizia della decisione presa dalla Procura di Giza di non rendere pubblica l’autopsia. Una fonte forense locale, però, ha riferito che Regeni aveva sette costole rotte, segni di scariche elettriche e ferite da traumi su tutto il corpo, nonchè un’emorragia cerebrale

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