Le bollicine arrivarono negli anni Sessanta
In Friuli Venezia Giulia la Coca Cola è arrivata a bordo delle navi americane dove la bibita veniva imbottigliata per distribuirla alle truppe alleate. A comprendere che quella bevanda rappresentava un mondo nuovo furono i fratelli Rinaldo ed Eugenio Vatta, il primo investì a Trieste nell’attesa che il secondo ottenesse l’autorizzazione dal marchio americano per iniziare a produrre e imbottigliare la bibita con le bollicine anche a Udine. Erano gli inizi degli anni Sessanta e «nell’area di viale Palmanova prima venne allestito il deposito poi lo stabilimento per l’imbottigliamento». Ezio Maria De Clara, braccio destro dell’amministratore delegato, Bernardino Novajra, racconta la storia della Coca Cola con un velo di nostalgia. Lui iniziò a occuparsi dell’amministrazione nel 1974 quando venne ampliato il capannone per passare dalla bottiglia piccola a quella da litro sempre in vetro. Erano ancora gli anni della vendita diretta: «I camion rossi carichi di cassette di Coca Cola partivano da viale Palmanova e facevano tappa in ogni bar e nei negozi di alimentari del Friuli». La bottiglia in Pet arrivò negli anni Ottanta, Udine era uno dei 22 stabilimenti italiani accorpati una decina di anni dopo. Iniziò allora il declino del sito che registrò il boom negli anni Settanta. La Coca Cola chiuse nel 2004, la perdita del marchio segnò la fine di un’epoca. —
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