Le arnie tra i vigneti Il progetto dà risultati si punta ad ampliarlo



Possono coestistere agricoltura e apicoltura? È possibile, partendo da basi comuni di sostenibilità della natura, come testimoniano alcuni viticoltori friulani i quali hanno deciso di adottare un alveare nel proprio vigneto. Il progetto era stato presentato in occasione della Sagra del vino di Casarsa della Delizia nel corso di un convegno. Sei i vigneti che accolgono alveari, l’obiettivo dei viticoltori è di ampliarne il numero.

Il tema è di stretta attualità viste le ultime vicende regionali che hanno coinvolto agricoltori e apicoltori. A Casarsa si è cercato di far convivere le due realtà, con buoni risultati. Il progetto si chiama “Adotta un alveare”. Gli agricoltori casarsesi e delle zone limitrofe già da qualche anno hanno stretto una sinergia con gli apicoltori, tutelando insieme quel bene prezioso che sono le api. Alcuni alveari sono stati posizionati anche nell’azienda agricola di Pantianicco dei Viticoltori Friulani La Delizia, cantina che assieme a quella limitrofa di Ramuscello, ha dato il via al più grande progetto regionale di lotta biologica, tramite ormoni, al parassita della tignola e tignoletta, che colpisce la vite (23 mila ettari interessati nel 2018, con una crescita prevista nel 2019).

Nel corso del convegno era stato evidenziato che questo genere di azioni limitano i trattamenti fitosanitari e permettono di creare un ambiente favorevole per le api e la biodiversità. Gli stessi fiori di campo che crescono tra un filare e l’altro sono utili alle api per il loro sostentamento, mentre gli insetti a loro volta sono utili all’uomo asportando il mosto dagli acini rotti (è una credenza erronea che sia l’ape a romperli, visto che non ne ha la forza, al contrario delle vespe) evitando così patologie al grappolo.

In totale sono attualmente sei i vigneti con la presenza di alveari, di diceva, ma si confida di allargare l’area, ampliando il progetto all’insegna del rispetto della natura. Api e viticoltura possono coesistere. —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto