L’azienda Rinascita riparte con l’agricoltura sperimentale

SPILIMBERGO. Quaranta ettari di superficie destinati all’agricoltura sperimentale. L’azienda Rinascita di Spilimbergo sembrava condannata a una fine ingloriosa, a causa delle ristrettezze di bilancio della Regione. Invece sarà salvata. Ormai è ufficiale: lo ha deciso l’amministrazione provinciale che, nel corso dell’ultima seduta di consiglio, ha ottenuto all’unanimità l’approvazione di un atto che ufficialmente stabilisce quali saranno le linee di utilizzo: l’area sarà dedicata soprattutto alla sperimentazione vitivinicola.
L’area, già trasferita alla Provincia dallo scorso primo marzo, tornerà quindi in attività e, come annunciato dal presidente dell’ente di largo San Giorgio Alessandro Ciriani su sollecitazione del primo cittadino di Spilimbergo e presidente della commissione provinciale Agricoltura Renzo Francesconi, sarà predisposto in tempi stretti un bando di gara di evidenza pubblica per l’affidamento a terzi della gestione. Bando in cui saranno esplicitate anche le finalità sperimentali a servizio del vicino istituto di agraria, che potrà beneficiare di una porzione dell’area. Una vicenda travagliata, quella della Rinascita, acquistata una prima volta dall’amministrazione provinciale nel 1979, che curava sino a pochi anni fa la coltivazione della vite e del melo che, sul greto del Tagliamento, garantiscono qualità e buone rese. Uno spazio particolare occupava anche la difesa fitopatologica, cioè la lotta guidata contro i parassiti e le malattie delle piante, per trovare soluzioni efficaci a basso impatto ambientale. Una parte veniva inoltre utilizzata a supporto delle attività didattiche dell’Istituto tecnico agrario di Spilimbergo. Era insomma un vero e proprio gioiello nel settore primario del Friuli.
Poi, alcuni anni fa, assieme alle altre aziende provinciali (tra cui il parco di San Floriano a Polcenigo) è stata inglobata dall’Ersa (ma nei fatti alla società Saad, controllata dall’Ersa agricola e attualmente in liquidazione) che però in breve tempo non è più stata in grado di garantire fondi adeguati per sostenere le spese di gestione, a causa dei tagli di bilancio apportati dalla Regione. Di qui il licenziamento dei lavoratori impiegati e il rischio di una chiusura definitiva. Dopo lunghe trattative, il ritorno in mano alla Provincia e l’avvio di una procedura di rilancio, grazie anche all’erogazione di un finanziamento straordinario della Regione di 50 mila euro per l’anno in corso. Tra i progetti allo studio, l’affidamento a terzi per la produzione sperimentale del vino “Il Pordenone” e del prosecco. Confermata anche la prosecuzione della collaborazione con il vicino Istituto tecnico agrario per la ricerca e la didattica.
Guglielmo Zisa
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