L’avvocato della coppia è una friulana: soddisfazione per la sentenza
PORDENONE. «Con motivazioni chiare ed essenziali, la sentenza conferma che in Italia è possibile adottare il figlio del partner in una coppia omosessuale».
Ha espresso parole di soddisfazione l’avvocato Maria Antonia Pili, legale con sede a Pordenone e presidente di Aiaf Friuli, nell’apprendere la sentenza emanata dalla Corte d’appello di Roma, la prima in Italia che ha confermato l’adozione di una bimba, figlia biologica di una sola di due donne, da parte dell’altra convivente omosessuale.
La Corte d’appello, in sostanza, ha confermato in toto la precedente sentenza del Tribunale dei minorenni di Roma dell’agosto 2014, la prima in Italia a riconoscere la “stepchild adoption”, e nei confronti della quale la Procura aveva proposto delle eccezioni.
«Eccezioni completamente smantellate dalla Corte d’appello», ha commentato la legale Pili, che segue da oltre due anni la vicenda delle due donne romane.
Il pronunciamento del Tribunale dei minorenni di un anno e mezzo fa era stato accolto dalle due donne come «un’emozione indescrivibile, fortissima».
La bimba oggi ha sei anni: nata in Spagna con procreazione assistita eterologa, è definita dalle operatrici sociali «intelligente, vivace e carina».
Le due donne, libere professioniste, vivono a Roma dal 2003, sono insieme da dieci anni e vengono definite una coppia tranquilla e stabile.
Si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori per procedere con il ricorso per l’adozione, con l’assistenza della presidente, Maria Antonia Pili.
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