«Lavoro, la Regione snobba 400 posti»

Gli studenti assunti difendono l’evento: «Soltanto l’anno scorso, 13ª edizione, 70 aziende hanno raccolto centinaia di curricula»



«La Fiera del lavoro ti mette in contatto con i manager delle migliori aziende, veicola opportunità occupazionali e per questo va salvata».

A difesa dell’evento snobbato dalla Regione che non trova 25 mila euro per finanziare l’evento, si alzano le voci dei laureati assunti grazie al colloqui organizzati al teatro Giovanni da Udine, con i selezionatori dei grossi gruppi industriali, in una delle 13 edizioni svolte finora. Federico Zanette, ingegnere gestionale di Udine, cinque anni fa ha risposto a un’offerta d’impiego che l’ha portato dritto all’ufficio commerciale di una multinazionale. «Sono in viaggio per il 70 per cento del mio tempo, il resto lo impiego lavorando da casa» racconta ricordando i primi passi mossi dal progetto messo a punto da un gruppo di ragazzi in un ristorante di Moruzzo. Lui era tra quelli, è uno dei fondatori dell’Associazione dei laureati in ingegneria gestionale (Alig) che da 14 anni organizza la Fiera del lavoro a Udine. L’obiettivo era promuovere l’occupazione dei laureati e il professor Marco Sartor, oggi delegato del rettore al placement, ha saputo interpretare questa esigenza. Fu un’intuizione innovativa invidiata tutt’ora da altre università che vorrebbero avere la stessa spinta al loro interno.

Anche Riccardo Giust, di Orsago in provincia di Treviso, ha trovato occupazione attraverso il network di persone conosciute alla Fiera del lavoro. Laureato in Ingegneria gestionale a Udine, Giust dal 2014 lavora per la Kpmg di Verona: tutto è iniziato con uno stage in azienda poi, aggiunge l’ingegnere, «mi sono fermato più di quanto potessi immaginare». Inizialmente pensava di andare all’estero come hanno fatto molti suoi colleghi dopo essere entrati in contatto, sempre attraverso l’Alig e la Fiera del lavoro, con aziende d’oltre oceano. «Partecipare alla Fiera del lavoro è importante perché, in quel contesto, si conoscono molte persone che si possono contattare anche successivamente per uno scambio di esperienze», spiega Giust nel ribadire che la Fiera del lavoro veicola opportunità occupazioni non solo per gli ingegneri gestionali, ma per tutti i laureati. Non va dimenticato, infatti, che in una sezione dell’evento gli studenti possono imparare a scrivere il curriculum da presentare poi ai cacciatori di teste. «In questo modo – insiste l’ingegnere – l’università consente ai laureati e ai laureandi di capire la realtà che li circonda. Altri atenei non hanno la possibilità di farlo». E ancora: «La Fiera del lavoro è un network molto utile».

Ogni anno, in effetti, partecipano decine di aziende, tra le più quotate in Italia e all’estero. Nella passata edizione erano 70, hanno messo a disposizione oltre 400 posti di lavoro. Non è poco, ma a quanto pare non basta per ottenere i 25 mila euro che mancano all’appello. Fin dalla prima edizione, la Regione finanziava l’evento con 35 mila euro. Finora ha messo a disposizione meno di un terzo, vale a dire 10 mila euro.

All’interno della comunità accademica, oltre ai vertici si stanno muovendo pure gli studenti con una raccolta di firme da inviare al governatore, Massimiliano Fedriga, per convincerlo a sostenere la Fiera che incrocia domanda e offerta di lavoro, aperta a tutti i laureati compresi quelli più avanti con gli anni che il lavoro lo hanno perso.—



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