L’aviosuperficie a Chiasiellis intitolata a Nobile

Udinese, classe 1895, fu dirigibilista e pilota durante la Prima guerra mondiale
Di Paola Beltrame

MORTEGLIANO. Adesso ha un nome l’aviosuperficie di Chiasiellis, una delle tre attive nel territorio comunale di Mortegliano, dove è operativa con una quarantina di aderenti l’Associazione volo Chiasiellis.

L’area è stata infatti dedicata all’aviatore Ottaviano Nobile (padre del presidente del sodalizio, Silvano), udinese, classe 1895, dirigibilista prima, pilota da ricognizione e bombardamento durante la Grande guerra, poi sugli idrovolanti S55 resi famosi dalle trasvolate atlantiche di Italo Balbo.

L’intitolazione è avvenuta nella stessa aviosuperficie di Chiasiellis, contestualmente alla rievocazione del primo volo militare italiano della Grande guerra, presenti associati, piloti, appassionati di storia e il sindaco di Mortegliano, Alberto Comand.

A cento anni dall’avvenimento, quel primo decollo è stato simbolicamente riprodotto con un ultraleggero di ultima generazione, pilotato dal presidente Nobile.

Questa aviosuperficie è storica: «Nella zona di Ferraria si trovava uno dei campi di volo individuati dall’esercito italiano agli albori della Grande guerra – spiega in una nota l’organizzazione della cerimonia –, uno spazio attrezzato in modo sommario, con hangar provvisori, dove si poteva atterrare in tutte le direzioni a seconda del vento. Alla vigilia della dichiarazione di guerra, vi venne dislocata la Prima squadriglia Bleriot, con il modello di monoplano che per primo attraversò nel 1909 la Manica. Il 24 maggio 1915, al comando del capitano Quaglia, decollò da Chiasiellis il primo volo della guerra 1915-1918, che portò a sganciare, gettandola fuori dall’aeroplano manualmente, una bomba sulle postazioni nemiche a Sagrado».

«Durante il primo conflitto mondiale – si conclude –, Chiasiellis ha rappresentato uno dei più strategici campi d’aviazione militare, ospitando squadriglie da bombardamento leggero e da ricognizione tattica per le artiglierie operative sul fronte dell’Isonzo».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto