L’autopsia conferma: Aurora ha avuto una congestione

L’esame ufficializza l’ipotesi sulle cause della morte della bambina. La piccola aveva paura dell’acqua. Accertamenti anche sui controlli dell’Ass.

CIVIDALE. Aurora Vulcano è morta per annegamento. Lei, che a 7 anni non faceva mistero della propria paura per l’acqua, ha cessato di vivere proprio all’interno di una piscina. Di una vasca di soli 14 metri per 7 e profonda, nel punto più alto, appena 1 metro e 40 centimetri, nella quale si trovava con il pranzo ancora sullo stomaco. E’ questa la prima risposta arrivata dall’autopsia, eseguita ieri, dal medico legale Lorenzo Desinan, sul corpo della piccola, affogata nel primo pomeriggio di domenica, nella piscina del club “W la...”, di San Mauro di Premariacco.

L’esame ha dunque confermato i sospetti iniziali: le tracce di cibo non ancora digerito rilevate nello stomaco sono compatibili con l’ipotesi della congestione, che potrebbe averla uccisa in 3-4 minuti. Assente, invece, qualsiasi evidenza o segno di colpo, anche se questo non basta a escludere l’ipotesi che Aurora possa essere stata urtata o spinta, pure per sbaglio, da qualcuno. Stamani, il sostituto procuratore Viviana Del Tedesco, titolare del fascicolo aperto contro ignoti per omicidio colposo, concederà il nulla osta alla sepoltura della salma.

Restano ancora tanti, comunque, i dubbi della Procura sulla tragica fine della bimba. A cominciare dalle eventuali responsabilità in capo al club, un circolo privato nel quale, domenica, erano stati staccati 120 biglietti. Tutti ingressi consegnati a soci liberi di utilizzare, oltre alla vasca, anche i circa mille metri quadrati della circostante area verde. Al vaglio della magistratura, il rispetto dei limiti di capienza dell’impianto, così come della normativa relativa all’obbligo o meno della presenza di un bagnino. Prescrizioni delle quali dovrà fornire chiarimenti anche l’Azienda sanitaria, cioè l’ente competente in materia di rilascio delle autorizzazioni.

Stando a quanto fin qui appurato, i gestori del “W la...” avrebbero chiesto e prodotto tutta la documentazione che l’Ass aveva indicato loro. Sul punto, il pm ha delegato ai Cc della Procura e alla sezione amministrativa della Questura ulteriori accertamenti. Complessa anche la ricostruzione dell’episodio. Secondo le poche testimonianze raccolte, la bimba, che aveva paura dell’acqua - salvo entrarci aggrappata al padre -, si era recata al bar, per chiedere in prestito un mini-scivolo: lo avrebbe adoperato, per calarsi nella parte bassa della vasca in compagnia del papà. E' a questo punto che il genitore, che in quel momento si trovava fuori dalla piscina, la perde di vista. Ben conoscendo i suoi timori, però, Valentino Vulcano si era messo a cercarla nell’area attrezzata dei giochi. Le notizie in possesso degli inquirenti si fermano qui. E da qui parte l’appello, affinchè chi ha visto qualcosa si faccia avanti.

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