Latisana si ferma e ricorda, 60 anni dopo l’alluvione: «Un svolta senza retorica»

Un migliaio di persone ha partecipato alle commemorazioni. Oltre venti i sindaci presenti. Bordin: «Costruire sicurezza è un obbligo che richiede di superare le divisioni»

Viviana Zamarian
Fiaccolata anniversario Alluvione © Foto Petrussi
Fiaccolata anniversario Alluvione © Foto Petrussi

Il rumore dell’acqua è l’unico a rompere il silenzio in piazza Indipendenza. Il corteo illuminato dalla luce delle candele la attraversa, là dove il Tagliamento arrivò e spazzò via tutto. Vite, case, i sacrifici di una vita intera. Memoria che diventa commozione. Ricordo che diventa presa di coscienza. Latisana si è fermata, sessant’anni dopo l’alluvione del 2 settembre del 1965. Un migliaio di persone – cittadini accanto a oltre venti sindaci del Friuli, rappresentanti delle forze dell’ordine accanto ai volontari di tante associazioni – ha percorso l’argine. Lo sguardo al fiume che scorre placido. La consapevolezza però che la paura quando soffia lo Scirocco torna, è lì, ci si convive.

Latisana, la fiaccolata silenziosa 60 anni dopo l'alluvione del 1965

Il corteo giunge al teatro Odeon. Sul palco ci sono 11 sedie vuote, in memoria delle vittime. Le luci laser proiettano il livello che raggiunse l’acqua mentre le immagini di ciò che accadde allora scorrono in due video, uno realizzato dal comitato 60º Alluvione e uno da Enea Fabris, Valerio Formentini e Gino Pizzolitto (editing Gianluca Doremi ed Eva Carraro). Non è un’altra Latisana quella che si vede in bianco e nero, è la Latisana piegata dall’acqua, la Latisana che si rialza, che non abbassa la testa, che ha il coraggio di ripartire. È la Latisana che oggi è pronta a una «svolta senza retorica» dichiara il sindaco Lanfranco Sette.

«Bisogna superare le barriere ideologiche, le antipatie nell’ambito politico – continua –, le diversità e agire. La presenza così numerosa di tanti sindaci e dei cittadini è il segno di un impegno sociale della comunità che fa sentire forte l’obbligo morale di non deludere l’aspettativa di sicurezza».

Sommersi dalla paura: sessant’anni fa l’alluvione a Latisana

Ricordare, dunque, come sottolinea il presidente del consiglio regionale Mauro Bordin «è un dovere, ma costruire sicurezza è un obbligo che nasce da quella tragedia e che dobbiamo alle generazioni future. Un obbligo che richiede di superare divisioni e localismi e impone alle istituzioni risposte tempestive ed efficaci, nel massimo rispetto dell’ambiente e nella tutela del bene primario e inviolabile della vita umana e della sicurezza delle nostre comunità».

La memoria, dunque, si trasforma in un impegno condiviso: «La sicurezza del Tagliamento rimane una questione aperta, che richiede confronto e collaborazione tra istituzioni e territori. Sessant’anni fa una comunità intera fu messa in ginocchio. Oggi il nostro compito è trasformare quel ricordo in azione, rafforzando la sicurezza del territorio e proteggendo i cittadini».

Le iniziative per l’anniversario sono state sostenute dalla Regione con un contributo di 80 mila euro, stanziato grazie a un emendamento proposto dalla consigliera regionale Maddalena Spagnolo (presenti anche i colleghi Mauro Di Bert, Massimiliano Pozzo, Markus Maurmair e Francesco Martines) in sede di assestamento di bilancio lo scorso luglio.

«Un contributo concreto – spiega Spagnolo – che serve a preservare la memoria, stimolare la riflessione pubblica e rendere omaggio alla dignità di una comunità che, nella prova più dura, seppe rialzarsi con determinazione, dignità e coraggio, valori che ancora oggi appartengono alla sua storia. Da cittadina, seppure nata dopo le alluvioni, conservo il ricordo vivo di quanto sopportato dalla mia famiglia, così come da tutte le famiglie latisanesi. Conscia di quanto patito dalla comunità, ho posto la sicurezza idraulica come punto prioritario del mio mandato sollecitando e sostenendo azioni concrete per la messa in sicurezza del Tagliamento. Continuerò a farlo, perché il lavoro da fare è ancora molto e non possiamo permetterci di abbassare la guardia».

Sul palco, alla cerimonia presentata dalla giornalista Sara Del Sal, è poi intervenuto l’onorevole Graziano Pizzimenti: «Bisogna mettere via i campanilismi, io farei una analisi del Tagliamento con il Friuli senza distinzione tra le tre zone, perché solo così esiste una comunità che cerca di dare una soluzione». Il ricordo che unisce tutti, «e questa grande presenza – commenta infine l’assessore Sandro Vignotto – è un segnale importante per tutti noi». E per Latisana. Come lo sono i saluti giunti dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.—

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