L’amore omosex al tempo dell’Aids

“Biglietti da camere separate” a Udine: lo spettacolo tratto dal romanzo di Tondelli al San Giorgio per “Contatto Differenze”

I “biglietti da camere separate”, che danno il titolo allo “sguardo” del regista Andrea Adriatico su Pier Vittorio Tondelli, in arrivo al Teatro San Giorgio di Udine per Teatro Contatto Differenze, sono quelli che scandiscono la storia d’amore tra Leo, scrittore poco più che trentenne, spirito libero e vagabondo, e Thomas, giovane musicista tedesco. Una storia d’amore, con forti connotazioni autobiografiche, che lo scrittore emiliano consegnò in un romanzo, Camere separate, pubblicato per Bompiani un quarto di secolo fa, nel 1989, due anni prima della sua morte, quando già la “peste del secolo”, l’Aids, l’aveva aggredito. Un romanzo strutturato come una partitura musicale, il cui tema principale è la perdita dell’amore, quell’amore al quale Leo rinuncia imponendosi e imponendo al suo amante una relazione aperta, vissuta a duemila chilometri l’uno dall’altro (le camere separate del titolo) nella convinzione che solo la lontananza vivifichi il rapporto, via dai limiti soffocanti della routine.

Siamo negli anni Ottanta, il mondo gay vive l’ultima sfrenata, folle e scriteriata stagione di quella liberazione sessuale che sdoganò, almeno in parte, l’omosessualità, liberandola da paure, sensi di colpa e frustrazioni secolari. «Sono gli anni amari, in quel finire di secolo che ha sterminato le menti che ho amato di più nella mia prima giovinezza – scrive Adriatico –. Anni amari. L’Aids si è portato via i sogni della gente di quel tempo, e non li ha più restituiti». Anche quelli di Tondelli, morto sotto Natale in un letto di ospedale. Il Tondelli che, pur se mai parlò pubblicamente della sua malattia, decise di raccontarla in Camere separate, appunto, in un romanzo, carico di umanità, legato alla morte di un altro, quel Thomas amato ed evitato.

Biglietti da camere separate mette in scena lo strazio della morte che sigla la storia tra i due. Non prima di averla fatta rivivere attraverso ricordi, flashback, quasi una recherche, alla conquista di quella solitudine che porterà Leo ad allontanarsi da Thomas, senza peraltro torglierselo dal cuore, e quest’ultimo a cercare in una donna quella quotidianità e quel calore che la distanza dall’amato gli rendono sempre più dolorosi. Un romanzo, e uno spettacolo, nel quale con stile personalissimo, quasi una sorta di testamento umano e letterario, Tondelli, ormai celebrata icona dell’immaginario giovanile, gay e non solo, narra di omosessualità, di silenzio, di vita, di misteri delle emozioni, quasi suo malgrado. «Perché Tondelli, – ancora Adriatico – ha percorso il suo tempo spaventato dall’essere considerato troppo giovanilista, troppo frocio per froci, troppo marchio per esordienti, troppo etichetta, secondo la moda che gli anni amari hanno trasmesso alla storia. In quegli anni non l’ho amato». E «oggi – conclude – è forse uno dei pochi autori di cui credo di aver letto quasi ogni riga. A cui ho dedicato una delle due sale del teatro che dirigo (i bolognesi Teatri di Vita, ndr). Convinto come sono che non sia, come ingiustamente molti pensano, solo un autore del suo tempo, miseramente relegato nel turbine di weekend postmoderni. Per questo provo a restituire Camere separate in brevi biglietti, sentendone proprio ora tutta la straordinaria potenza e attualità».

In scena, a dar voce alle pagine più intense del romanzo di Tondelli, Matteo Prosperi e Davis Tagliaferro. Racconto intimo, il loro, racconto di emozioni e pensieri sulle infinite e misteriose declinazioni della passione e del sentimento amorosi. Per questa ragione e data l’intensità di una rappresentazione che è soprattutto di parola, parola gonfia ed emozionante, essa prevede un numero limitato di spettatori.

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