L’albero del futuro è piantato in Friuli e può toccare i 30 metri: ecco il Paulownia che la Cina ci invidia

UDINE. In Cina ne hanno scoperto e compreso il valore da secoli. Per la sua straordinaria capacità di accrescimento annuo, per la possibilità d’impiego nei più svariati settori e ancora per l’inarrivabile capacità di assorbimento di anidride carbonica. Un invitante biglietto da visita che in questo scorcio di nuovo millennio ha aperto le porte dell’Europa e dell’Italia alla coltivazione dell’albero di Paulownia e spinto diverse imprese ad occuparsene. Tra queste c’è Paulownia Italy, impresa avviata sei anni fa da Giorgio Axuc, che dopo anni di studi e ricerche (tutt’ora in corso) ha avviato la produzione e commercializzazione della pianta, tra Tolmezzo, dove l’azienda vanta la sua sede legale, e l’hinterland udinese.

Produzione che è un unicum in Italia: è infatti realizzata in vitro. «Quando anni fa ho scoperto la Paulownia me ne sono letteralmente innamorato» racconta Axuc, 39enne romeno di origine ma da oltre 20 anni in Friuli, dove ha iniziato a lavorare come giardiniere, aprendo una sua prima impresa, alla quale poi è seguita l’azienda che si dedica alla diffusione della Paulownia. «Ci ho visto subito del potenziale – confessa – e ho iniziato a lavorare sul miglioramento genetico dei cloni che c’erano sul mercato arrivando a selezionare due, tre ibridi che poi ho preso a commercializzare».
Non si è fermato più Giorgio. Oggi le sue piante sono richiestissime, in particolare sui mercati esteri, da dove arrivano ordini da capogiro. «In questo momento stiamo trattando commesse da 3-4 milioni di piante in Medio Oriente e Nord Africa» svela l’imprenditore. Quale il motivo di tanta domanda? È presto detto. Ed è ancora Axuc, che conta su due soci e una dozzina di collaboratori tra diretti e indotto, a svelarlo. «Anzitutto è l’albero con la più rapida crescita al mondo. I migliori cloni di Paulownia possono raggiungere i 35 centimetri di diametro e i 15 metri di altezza in 4-5 anni. Perché una piantagione commerciale raggiunga le dimensioni ideali al taglio e alla successiva commercializzazione dei tronchi diciamo che ce ne vogliono in media 6-7. Una volta tagliata la pianta si rigenera. Può essere tagliata per diverse volte. Da un minimo di 4 a 7, in qualche caso anche 8 e può sopravvivere fino a 100 anni». Il legno del resto vanta ottime proprietà. «Ha grana dritta, colore chiaro, è molto leggero ma con un incomparabile rapporto peso resistenza che gli è valso la definizione di legno alluminio», continua il 39enne sottolineando che all’impiego del legno si affiancano quello delle sue grandi foglie (specie come nutrimento per gli animali da allevamento e per la produzione di biocombustibili) e quello dei fiori, impiegati per produrre miele.
Non bastasse, la Paulownia è anche un portentoso anti-inquinante. Spiega Axuc: «Assorbe fino a 10 volte più anidride carbonica di qualsiasi altra specie di albero al mondo, rilasciando grandi quantità di ossigeno attraverso la fotosintesi». Nonostante tutte queste qualità, l’approdo in Europa di questa pianta è relativamente recente specie per quanto attiene la sua coltivazione commerciale, praticata dalla fine del secolo scorso e ritardata da qualche errore. Materiale genetico scadente, scelta errata del terreno, sesti di impianto troppo stretti. Errori che Paulownia Italy ha cercato di risolvere proponendo piantine ottenute in vitro, garantite dal punto di vista dell’uniformità di crescita, e offrendo di più agli investitori: «In Fvg siamo in grado di offrire una piantagione chiavi in mano – conclude Axuc –: dalla preparazione del terreno al taglio delle piante. Assistiamo i proprietari anche nella vendita finale, fornendogli un contatto diretto con gli operatori». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto