Laipacco non perde l’asilo rimane il nodo delle spese
Quello nuovo sarà realizzato nell’area parrocchiale o da un privato nell’ex latteria Ma don Raddi chiede certezze sull’adeguamento normativo dell’edificio esistente

Il Comune non ha alcuna intenzione di privare la comunità di Laipacco della sua scuola materna. Anche perché il nuovo acquirente dell’ex latteria, la struttura invasa dai topi situata di fronte all’area parrocchiale dove trova spazio l’asilo infantile, nel suo progetto ha previsto anche una nuova scuola dell’infanzia. L’ipotesi si contrappone al Piano regolatore che prevede la realizzazione della nuova scuola nell’area parrocchiale, dove don Antonio Gaddi garantisce il servizio pubblico in un edificio concesso in affitto al Comune. Questo è il punto sviscerato, l’altro giorno, dal sacerdote e dai rappresentanti dei genitori con il sindaco, Furio Honsell, il suo vice Carlo Giacomello, gli assessori allo Sport e ai Lavori pubblici, Raffaella Basana e Pierenrico Scalettaris, al dirigente, l’architetto Lorenzo Agostini e al delegato di quartiere, Matteo Mansi.
«Un passo avanti l’abbiamo fatto, sappiamo che il Comune intende mantenere la scuola nel quartiere», spiega il parroco soffermandosi sul problema di sempre: «Non ho più soldi per adeguare la struttura alle norme di sicurezza». La parrocchia ha già investito 100 mila euro nella sostituzione della caldaia, nella messa a norma della centrale termica e nella sostituzione dei serramenti, una cifra decisamente superiore ai canoni d’affitto ricevuti in un anno dal Comune. Il valore di questi ultimi non supera i 12 mila euro. «Il sindaco – spiega don Raddi – ha garantito che la nuova scuola materna sarà costruita o nella proprietà parrocchiale o nell’ex latteria: io sono aperto a tutto, ma da qui alla realizzazione del nuovo edificio resto con il cerino in mano». Il motivo è presto detto: in cassa, la parrocchia non ha più soldi e il canone d’affitto può essere aumentato solo di 50 euro al mese. «Se investiamo – insiste il sacerdote – dobbiamo farlo con le opporture certezze. Se la Regione accoglie la nostra domanda per la realizzazione dell’oratorio dovrebbe aiutarci a evitare possibili chiusure della scuola materna che si trova sotto lo stesso tetto». Don Raddi è preoccupato perché si trova a fare i conti con la messa in sicurezza dell’edificio. «Si tratta di ottenere le certificazioni per lo svolgimento di un servizio pubblico»,continua il sacerdote nel ricordare che «anche se non tutte sono obbligatorie, il buon senso deve portare a creare le vie di fuga». Insomma, don Raddi è il primo a riconoscere che i bambini vanno accolti in edifici sicuri. Ma, aggiunge, «non posso investire in una struttura se non so ancora per quanto tempo sarà utilizzata». Don Raddi cita sempre lo stesso esempio: «Se la scuola viene realizzata altrove, sono pronto a trasformare la struttura in un oratorio al servizio del quartiere che è in forte espansione. Ma devo saperlo in anticipo perché i bagni per i bambini non sono adatti per quelli più grandi».
Più entusiasti i genitori. «La scelta di mantenere la scuola materna a Laipacco è positiva», commenta Enrico Librio, il rappresentante che aveva manifestato la sua preoccupazione nel corso del Caffè con il Messaggero Veneto organizzato, nelle scorse settimane, nella trattoria Da Neto, a Laipacco.
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