«L’agriturismo “Alle ortensie” è ancora nostro»

FAGAGNA. «L’agriturismo “Alle ortensie” non è stato venduto. All’asta del 3 giugno 2011, il notaio ha comprato la nuda proprietà dei numeri mappali, non i nostri diritti perpetui e vitalizi e...
FAGAGNA. «L’agriturismo “Alle ortensie” non è stato venduto. All’asta del 3 giugno 2011, il notaio ha comprato la nuda proprietà dei numeri mappali, non i nostri diritti perpetui e vitalizi e tantomeno l’attività che tutt’ora esercito». Ortensia Michelutti, titolare del locale di San Vito di Fagagna e moglie di Enzo Lauzzana, ci tiene a ribadirlo. Specie il giorno dopo la notizia della sentenza con cui il tribunale di Udine ha condannato il marito a dieci mesi di reclusione (sospesi con la condizionale) e al risarcimento di complessivi 15 mila euro alle parti civili: il notaio, appunto, suo padre e la compagna di quest’ultimo, fatti bersaglio degli atti persecutori (in particolare, segni della croce loro rivolti per la strada) consumati da Lauzzana nel 2013. Qualche mese prima, al termine di un altro processo che lo vedeva imputato di tentata turbativa d’asta ai danni dello stesso notaio, a Lauzzana, che ha 63 anni, erano stati inflitti due mesi (pure sospesi). La sentenza è già stata impugnata dal suo difensore, avvocato Giuseppe Silvestro, che si prepara a fare altrettanto con la seconda. «Per quanto riguarda i contatti di mafia – aggiunge la signora Michelutti, riferendosi al contenuto delle minacce attribuite dal pm al marito –, non abbiamo nulla a che fare con quegli ambienti».


Riproduzione riservata © Messaggero Veneto