Ladri nella casa del primario De Monte

Hanno agito in pieno giorno, arrampicandosi fino al secondo piano della casa, lungo la parete che affaccia sulla strada, e andandosene direttamente dalla porta d’ingresso, nella trafficatissima via Cividale. Così, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Con le tasche piene di monili d’oro e la presunzione di averla fatta franca. I ladri che, sabato pomeriggio, hanno fatto razzie nell’abitazione del dottor Amato De Monte, capo del Dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine, e di sua moglie, l’infermiera Cinzia Gori, però, forse non sanno di essersi lasciati alle spalle una marea di tracce. Soprattutto orme, sparse tra la grondaia e il pavimento.
Il colpo è avvenuto tra le 16.15 e le 19.15, quando nella casa - una palazzina indipendente su due piani - non c’era nessuno. È toccato alla Gori - nota per le sue battaglie a favore del “testamento biologico” e per avere fatto parte dell’équipe che, sotto la direzione del marito De Monte, quattro anni fa assistette Eluana Englaro nei suoi ultimi giorni alla Quiete - ritrovarsi di fronte al fatto compiuto. Scoprire cioè, rincasando in serata in compagnia della nipote Alice, che la sua abitazione era stata violata da uno o più malviventi. Un autentico choc per lei e anche per il marito, fuori regione per motivi di lavoro e prontamente informato dell’accaduto.
Notevole il danno subìto e calcolabile in decine e decine di migliaia di euro - la stima deve essere ancora ultimata -, tra i tanti gioielli e i pochi contanti, anche in valuta estera, trafugati da alcuni cassetti e da un armadio. Ma, trattandosi per buona parte di “pezzi” di famiglia, a contare per la coppia è soprattutto il valore affettivo attribuito al “bottino”. Dell’episodio si sta occupando la polizia, chiamata quella sera stessa per la denuncia e il sopralluogo.
A entrare in azione, stando a una prima ricostruzione degli agenti della Questura, sarebbero state almeno due o tre persone: un paio dentro e una fuori a fare da “palo”. Per introdursi nell’abitazione, avrebbero risalito il muro alla maniera dell’“uomo ragno”, utilizzando come gradino, per saltare sulla prima finestra, un pezzo dell’impalcatura lasciata nei paraggi dalla ditta che, proprio in questi giorni, sta eseguendo alcuni lavori all’ultimo piano. Dalla finestra sarebbero poi saltati sul terrazzo e da qui, con l’aiuto della grondaia, avrebbero continuato l’ascesa approdando infine al secondo piano, dove tutte le finestre, su espressa richiesta degli operai, erano state lasciate aperte dai padroni di casa per permettere alla caldana di asciugarsi. Tutto alla luce del giorno, dunque, e con il rischio di essere notati da passanti e automobilisti. Eppure nessuno, neppure i vicini, sembrano essersi accorti di alcunchè.
Una volta dentro, i soliti ignoti non hanno esitato a ribaltare ogni cosa, pur di trovare quel che cercavano. Ossia, solo e soltanto gli ori e qualche altro oggetto di valore, oltre ad alcune banconote. Lasciato dov’era tutto il resto, compreso l’Ipad appoggiato su un tavolo. Quelli portati via sono monili che i coniugi De Monte avevano riposto in parte in un cassetto e, in parte, in una scatola di pelle conservata in un armadio. Dimostrando di saperla lunga in fatto di preziosi, i ladri hanno invece disdegnato sia tutta la bigiotteria e gli swarovski, sia i finti orologi Panerai a loro volta custoditi nella camera da letto.
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