L’addio di don Marco nella chiesa gremita

Sclavons, prima messa dopo l’annuncio del partenza dei frati Il padre generale: «Una ristrutturazione dolorosa e necessaria»

CORDENONS. Collaborazione, comprensione e misericordia: sono queste le tre cose che padre Marco Gallo ieri, al termine delle sante messe domenicali, ha chiesto ai fedeli presenti rispetto alla scelta fatta dall’Ordine dei frati minori di chiudere, con la fine dell’anno pastorale, 92 anni di storia e di vita vissuta a stretto contatto con il territorio da parte della comunità francescana di Sclavons.

Il parroco di San Pietro non ha voluto lasciare soli i suoi fedeli in questo momento doloroso e anche nel foglio parrocchiale si è rivolto a loro. Una lettera aperta che non nasconde il dolore della scelta, ma che contiene tutto il carisma francescano dell'obbedienza e del servizio verso luoghi e persone che hanno più bisogno. Nonché un appello alla “maturità e sensibilità ecclesiale” della comunità. «Vi garantisco – ha detto il parroco in chiesa – che tutte le attività verranno portate avanti fino al Grest. La vita parrocchiale non cessa e per questo vi chiedo collaborazione». La stessa che servirà nei confronti dei tre sacerdoti, che saranno designati dal vescovo Giuseppe Pellegrini, per portare avanti da settembre l’eredità francescana.

A tre giorni dall’annuncio dato dal ministro provinciale dell’Ordine, padre Mario Favretto, al consiglio pastorale, nell’incontro che ha visto la presenza anche del vescovo, la comunità di Sclavons resta ancora scossa. Sono in molti a non rassegnarsi e a credere che serva una raccolta firme, piuttosto che un incontro con il vescovo. Una reazione comprensibile, ma che non cambierà la scelta fatta. Lo sanno bene i fedeli e i volontari che vivono da vicino la parrocchia.

A spiegare le motivazioni ieri è stato lo stesso padre Favretto, presente in parrocchia per tutta la giornata. «È stata – ha detto a ogni messa – una scelta dolorosa e tormentata, maturata negli ultimi anni. L’abbiamo condivisa con il vescovo e presentata con largo anticipo per avere il tempo di maturare il passaggio». Ma perché proprio la parrocchia di Sclavons, nata e cresciuta con i francescani e uno dei fiori all’occhiello dell’Ordine? «È in corso da tempo una riorganizzazione delle provincie – ha spiegato il padre – che sta imponendo dei tagli. Entro l’anno quella del Veneto-Friuli Venezia Giulia dovrà allargarsi da Trieste a Torino».

Da sei province, il Nord Italia ne avrà cioè una sola. «A imporlo è il calo delle vocazioni e la mancanza di un ricambio: dai mille frati che c'erano quando la vostra chiesta fu costruita, oggi la provincia è passata a 235, compresi i frati impegnati nelle missioni».

Ma perché non tagliare altrove?, è la domanda che più si pone la comunità. «L’interesse – ha spiegato il padre – ci avrebbe spinti a mantenere le parrocchie che funzionano, ma il nostro carisma ci obbliga ad andare in aiuto di quelle più povere, soprattutto in Piemonte e Liguria dove il calo delle vocazioni è drastico».

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