L’abuso di alcol cresce tra donne e minorenni

Fvg ai vertici in Italia a causa anche dell’abitudine agli happy hours. Un centinaio i giovanissimi portati in ospedale. Tra tutti i friulani 4 morti al mese. Oltre 2 mila persone in un solo anno sono dovute ricorrere ai medici per i postumi sulla salute dell’eccesso di vino e birra

UDINE. Sono soprattutto le donne e i giovani, in una regione storicamente ai vertici in Italia per consumo di alcol, le categorie che, con abusi crescenti, stanno rappresentando una vera e propria emergenza anche perché gli stili di vita hanno visto affermarsi modalità di consumo, come a esempio gli happy hours pomeridiani, detti anche apericena, dove la componente alcolica, nello specifico vino e superalcolici, la fanno da padrone. Il dato emerge dal rapporto del ministero della Salute inviato al Parlamento in materia di “alcol e problemi alcol correlati”.



Le abitudini

In un quadro generale che in Italia segnala una quota di consumatori di bevande alcoliche a rischio del 23,2 per cento degli uomini e del 9,1 per cento delle donne, il dato friulano sale rispettivamente al 32,8 e al 13,2 per cento. A questi si aggiungono coloro che sono consumatori abituali eccedentari, ovvero il 16,5 per cento dei maschi e il 7,5 delle femmine (in Italia il 14,8 per cento e il 6,2).

La prevalenza di consumatori di almeno una bevanda alcolica nella nostra regione è pari all’81,6 per cento degli uomini e del 61,6 per cento delle donne e in entrambi i casi, il dato si mantiene superiore alla media nazionale.

Sono superiori al dato medio italiano, per entrambi i generi, le prevalenze dei consumatori di vino, birra e di super alcolici, e per le donne la prevalenza degli aperitivi alcolici. Per le donne si registra un incremento rispetto alla precedente rilevazione da parte del ministero delle consumatrici di vino (più 5,6 per cento) e di aperitivi alcolici (più 7 per cento).

Per entrambi i generi, le prevalenze dei consumatori fuori pasto, dei consumatori a rischio, dei binge drinker (che assumono più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve che secondo l’osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità esso corrisponde all’assunzione in un’unica occasione di consumo in breve tempo di oltre 6 unità alcoliche, sono superiori alla media nazionale e per le sole donne si registra un incremento statisticamente significativo delle consumatrici fuori pasto rispetto all’anno precedente.

Dati ai vertici in Italia visto che rispetto a queste problematiche il Friuli Venezia Giulia si contende quasi sempre il primato con la Provincia autonoma di Bolzano. I superalcolici, nello specifico, sono un’abitudine per una donna su 5 e di quasi un uomo su due.

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Il ricorso ai medici

Abusi che si trasformano in conseguenze dal punto di vista della salute. Il Friuli è al secondo posto in Italia, dopo la Provincia autonoma di Bolzona, in termini di dimissioni ospedaliere con diagnosi totalmente attribuibili all’alcol con un indice di 148,35 pazienti ogni 100 mila residenti che, in termini di valore assoluto, sono pari a 2 mila 128 persone in un anno.



Il pronto soccorso


I dati ministeriali mettono uno dietro l’altro anche gli accessi al pronto soccorso con diagnosi totalmente attribuibili all’alcol. Quindi situazioni in cui il ricorso ai sanitari è dettato non da una continuità di consumo, ma da eccessi che mettono i pazienti al tappeto. E qui emerge con chiarezza il fenomeno che riguarda i minori: in 101 hanno dovuto recarsi ai sanitari, di cui 66 uomini e 35 donne, su un totale, a prescindere dall’età, di mille 466 ricoveri (mille 47 maschi e 419 donne). Si pensi che un minorenne è poi uscito dall’ospedale con una diagnosi di dipendenza patologica dagli alcolici.

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Mortalità

Il Friuli è al secondo posto, sempre dopo Bolzano, nella triste classifica sulla mortalità. Sono 46 i decessi, ben al di sopra della media nazionale (quindi 4 al mese) con un tasso, ogni 100 mila residenti, del 3,79 per cento. In Veneto, solo per fare un confronto, sono quasi la metà.
 

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