La villa fu visitata anche da Napolitano

Luogo di scienza sui paesi in via di sviluppo con tutti i faldoni di scritti ancora inediti di Detalmo Pirzio Biroli, già professore al Corso di “Scienze diplomatiche e internazionali” di Gorizia, frequentato per anni da studenti seduti sulle coperte Tuaregh; biblioteca visitata anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2008, oltre che da Vittorio Sgarbi, Paolo Maurensig, Carlo Sgorlon, Carlo Tullio Altan, Michele di Romania Hohenzollern e tanti altri storici, letterati italiani e esteri, e personalità delle istituzioni e della politica d’Africa. Insomma un tempio della cultura e dello spirito che affonda le radici nella storia.
Fu Ascanio Savorgnan di Brazzà a fondare la villa, realizzata alla fine del 1700 e ricostruita nel 1920, dopo l’incendio subito durante l’occupazione austriaca, sulle mura perimetrali originarie con progetto dell’architetto Provino Valle. Dal matrimonio fra il conte Ascanio e la nobildonna romana Giacinta Simonetti, discendente di Beatrice Cenci, nacquero 13 figli. Fra questi fu Detalmo ad ereditare il castello Savorgnan della Torre di Brazzà, la villa e il borgo di Brazzà poi denominato “Braitan” e “Braztan” e nel 1000 “Bratka”. Sposò Cora Slocomb che portò la scuola merletti in Friuli, dalla quale ebbe la figlia Idanna. Quest’ultima sposò il generale Giuseppe Pirzio Biroli e da quell’unione sono nati Detalmo, Giacomo a Marina, il primo divenne proprietario dell’interno complesso. Nei decenni la famiglia si è divisa in tantissimi rivoli che si sono ricongiunti per l’ultima volta in occasione del 90° compleanno di Detalmo pochi mesi prima della sua morte avvenuta nel 2006.(a.c.)
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