La tragedia di Marco sconvolge Sacile

SACILE. L’allarme è scattato in via Paduina, all’angolo con via Ginnastica, lunedì poco prima delle 17, quando Trieste non era ancora avvolta dal buio, su segnalazione di alcuni passanti e condomini. Due-tre macchine della polizia hanno cominciato a girare come trottole attorno al viale per individuare il numero civico.
Una volta giunti a destinazione, hanno chiamato i vigili del fuoco che sono arrivati con l’autoscala e un altro mezzo di soccorso mentre gli abitanti della zona e i negozianti sono tutti usciti in strada per vedere cosa stava accadendo.
Un testimone che abita nella casa di fronte a quella dove viveva Marco Piasentin, 14 anni, ha ricostruito quella drammatica, convulsa ora, in cui i soccorritori hanno fatto di tutto per salvare quella giovane vita, uno studente di Sacile che si era trasferito dalla sorella a Trieste per poter frequentare l’istituto Volta. Le mamme di alcuni compagni facevano a gara per invitarlo a pranzo. Quel ragazzo però si portava dentro un tormento così grande che a un certo punto pensava di non avere più le forze per gestirlo da solo.
«La zona è stata subito transennata, sono arrivati i carabinieri – racconta il testimone – con una psicologa. Anche i pompieri avevano chiesto rinforzi, una jeep ha portato il telone». Impossibile dispiegarlo visto lo spazio molto stretto del cortiletto sotto la finestra.

«La scena si è così spostata all’interno, non si vedeva bene. Il ragazzo era in bilico sul terrazzo al quarto piano. Prima gli agenti, poi la psicologa hanno tentato di convincerlo a rientrare. Purtroppo nessuno è riuscito a introdursi nell’appartamento, chiuso dall’interno». Hanno cercato allora di prendere tempo, è cominciato un drammatico e febbrile dialogo con il ragazzo. Quasi impossibile aprirsi un pertugio nella sua volontà, nessuno è riuscito a scalfire la sua determinazione.
«Anche fuori c’era il caos. I vigili urbani avevano chiuso la strada all’altezza dell’incrocio tra via Ginnastica e via Crispi deviando il traffico. Nel palazzo c’era un continuo viavai di operatori del 118, poliziotti, vigili del fuoco finché dopo più di un’ora dal loro arrivo si sono sentite urla, il trambusto è aumentato, c’era una tale concitazione – spiega il testimone – che si capiva subito che dentro era successo qualcosa. Tutti correvano e gridavano».
Il ragazzo non è morto nello schianto al suolo, quando l’hanno soccorso respirava ancora malgrado le gravi lesioni provocate dopo una caduta di una decina di metri. «Quando l’hanno portato fuori sulla lettiga aveva una flebo e gli stavano praticando il massaggio cardiaco nel disperato tentativo di rianimarlo. L’hanno caricato sull’ambulanza davanti a una ressa di persone. Il mezzo del 118 ha infilato via Ginnastica contromano preceduta da un’auto della polizia che apriva la strada per arrivare a Cattinara nel minor tempo possibile. Ma il ragazzo non ce l’ha fatta, è spirato poco dopo il suo arrivo in ospedale. Una tragedia che ha sconvolto Sacile, dove la famiglia Piasentin è molto conosciuta.
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