La spiaggia di Grado non era pericolosa

È il verdetto della Conferenza dei servizi del Friuli Vg sulla sabbia nei 400 metri “chiusi” dalla Procura a Città Giardino
Di Giovanni Tomasin

GRADO. «La sabbia di Grado non contiene agenti tossici e la spiaggia sarà completamente agibile già da questo week-end». È il verdetto con cui la Conferenza dei servizi del Friuli Vg libera i 400 metri della spiaggia interdetti alla sosta da metà maggio dalla Procura di Gorizia.

A inizio maggio la magistratura aveva inviato agli enti locali una notifica di contaminazione in cui si avvisava del superamento della «soglia di contaminazione» per il parametro mercurio in sette campioni di sabbia prelevati dalla spiaggia. Una settimana dopo erano arrivate le transenne. Ora, alla luce di nuove analisi, la Conferenza dei servizi (organo collegiale competente a valutare l'analisi del rischio e composto da Regione, Provincia di Gorizia, Comune di Grado, Arpa e Azienda sanitaria Isontina) rassicura i bagnanti: «Tutta l’attività d’analisi è stata fatta in tempi contenuti ma in modo molto preciso e puntuale – ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito alla fine dell’incontro – e ha portato alla conferma, importantissima, che non c’è assolutamente alcun rischio per la salute delle persone».

A conforto del via libera si citano i risultati delle analisi, condotte in circa un mese da Arpa e Multiproject di Gorizia e validate ieri dalla Conferenza. Il tratto di arenile davanti a Città Giardino, spiega la Regione in un comunicato, «non risulta interessato dalla presenza di metalli pesanti, in quanto dagli esiti della caratterizzazione dell’area si rileva in particolare come la “speciazione” abbia definito che le forme non mobili, non assimilabili e quindi non bioaccumulabili di mercurio siano il 99 per cento di quelle presenti».

L’assessore Vito ha commentato: «Sono stati fatti tutti gli approfondimenti possibili e le conclusioni sono state che se persino una persona vivesse sulla spiaggia continuativamente per 30 anni consecutivi non andrebbe incontro ad alcun tipo di rischio». Vito ha poi sottolineato l’importanza «d’aver fatto chiarezza su questa vicenda grazie al buon lavoro dei tecnici». L’esponente della giunta regionale ha poi evidenziato come, nella gestione delle analisi effettuate sono state valutate tutte le possibilità e, per quanto concerne i soggetti esposti, sono stati considerati sia adulti che bambini, compresi quelli affetti dalla sindrome Pica (disturbi del comportamento alimentare).

Visti i risultati dell’analisi di rischio, la Conferenza di servizi ha ritenuto di considerare concluso il procedimento anche se, a maggior cautela, ha imposto un monitoraggio specifico dei vapori outdoor di mercurio per il sito di durata annuale e con cadenza trimestrale dei prelievi, in modo da verificare nel tempo la permanenza delle condizioni rilevate.

La spiaggia al centro delle polemiche era stata oggetto di un intervento di ripascimento da parte del Comune nel 2013, operazione portata a compimento dalla cooperativa San Marco di Marghera tramite il prelievo di sabbia dal canale di accesso a Grado. Il ripascimento, secondo il documento della Procura, era stato condotto in «palese difformità» rispetto alle indicazioni del manuale ministeriale per il movimento di sedimenti marini e senza un parere formale di idoneità rilasciato da un ente pubblico specializzato.

Il Comune aveva replicato che, al contrario, l’iter autorizzativo per il ripascimento era durato un anno, con tanto di via libera finale da parte del servizio ambiente della Regione.

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