La Sla spegne a 20 anni i sogni di Matteo

Il 4 maggio ha seguito l’ultima videolezione tenuta dall’insegnante di costruzioni, il giorno dopo il quadro clinico si è aggravato e ha cominciato a spegnersi.
Matteo Dalla Torre, 20 anni, di Pordenone avrebbe dovuto sostenere l’esame di maturità assieme ai compagni e ai docenti che sinora non gli hanno mai smesso di fare sentire la propria vicinanza, ma una forma grave di Sla (sindrome laterale amiotrofica), diagnosticatagli lo scorso dicembre, ha avuto la meglio su di lui. Sino all’ultimo ha cercato di non perdersi neanche un minuto della vita scolastica e familiare, seppur tra le tante difficoltà legate alla malattia. Tenace, buono e semplice Matteo è stato definito un ragazzo d’altri tempi.
«Dal 5 maggio tutto è cambiato e la situazione è precipitata – racconta il papà Fabrizio, che lavora all’Electrolux a Porcia –. Mio figlio era pieno di vita e aveva un cuore grande e speciale. Era appassionato di calcetto e tennis: aveva cominciato a giocare assieme a me. Amava tanto anche pedalare in montagna: il suo posto preferito era la zona sopra Cividale, dove c’è la casa della nonna».
Matteo aveva tanti sogni da realizzare e i genitori erano pronti a sostenerlo. «Ringrazio amici, compagni di classe e docenti del Pertini di Pordenone, dove Matteo seguiva il percorso per diventare geometra, per l’affetto e la vicinanza che gli hanno dimostrato – aggiunge il padre –. Ringraziamo anche i colleghi di lavoro miei e di mia moglie, infermiera all’ospedale di Pordenone, nonché il personale della terapia intensiva per le amorevoli cure. Ora Matteo è il più bell’angelo del paradiso e può riposare in pace dopo le sofferenze di questi mesi passati in silenzio. Ci hai lasciati con un piccolo sorriso».
Parole di affetto sono state rivolte ai familiari da Michele Roveredo, presidente di Asla Pordenone, che conosce bene cosa significhi lottare contro la Sla, malattia che si è portato via la sua mamma Piera. «È difficile trovare le parole giuste per cercare di rincuorare chi vive questo dramma – commenta –. Da figlio di Piera, che ha domato la Sla per 13 anni e a 70 si è volutamente arresa, non posso che pensare a Matteo: vent’anni sono troppo pochi per tutto questo. Anche alla famiglia Dalla Torre prometto che correrò finché avrò fiato, e il mio gruppo mi supporterà, per dare speranza e dignità di vita ai malati di Sla». Papà Fabrizio ha auspicato che la ricerca possa andare avanti con sempre più vigore. Ieri sera i colleghi dell’Electrolux hanno acceso una candela come segno di vicinanza al collega. L’ultimo saluto a Matteo verrà dato alle 16 di giovedì nella chiesa del Cristo re di Villanova, dove alle 19 di domani sarà recitato il rosario.
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