La rivolta dei tabaccai: «È un’odissea rifornirci»

Chiuso il deposito di Gemona, negozianti obbligati a rivolgersi a Forni di Sopra Nella pedemontana già in 25 hanno chiesto di poter andare a San Daniele
Bumbaca Gorizia 29.01.2009 Tabaccaio via 24 maggio - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 29.01.2009 Tabaccaio via 24 maggio - Foto di Pierluigi Bumbaca

OSOPPO

Ha chiuso i battenti questa settimana il deposito fiscale di Gemona, ovvero il luogo in cui si approvvigionavano di sigarette i tabaccai di Gemonese, Tarcentino e in parte anche della Carnia e del Tarvisiano. Da qualche giorno, molti di questi rivenditori devono fare riferimento al deposito di Forni di Sopra, al quale sono stati aggregati, senza troppe spiegazioni, provocando una riga di proteste e richieste di cambiare fornitore. Ben 25 ne sono già arrivate alla Logista Italia, ovvero alla società cui il monopolio di Stato ha appaltato la distribuzione dei tabacchi, ma il numero, con tutta probabilità, è destinato ad aumentare, visto che nel 2008, quando si era ventilata per la prima volta la chiusura del deposito di Gemona, ben 50 tabaccai avevano levato gli scudi, chiedendo di essere aggregati al deposito fiscale di San Daniele, che per i rivenditori del Gemonese è a questo punto, con Udine, il più vicino.

Il problema per le tabaccherie aperte nella zona di Gemona e Tarcento è anzitutto di ordine economico: raggiungere Forni comporta un notevole dispendio di tempo e denaro, l’impossibilità per i tabaccai di effettuare la suppletiva, ovvero un rifornimento di tabacco extra, e nel peggiore dei casi il rischio di restare letteralmente senza sigarette quando neve, nei mesi invernali, dovesse bloccare la viabilità. Questo dicono in sostanza alcuni titolari di rivendite della zona, che imbestialiti dalla situazione hanno come detto già inviato a Roma, alla sede della società gestrice della distribuzione, le richieste per cambiare deposito fiscale. È il caso di Lucio Missana, titolare dell’omonima tabaccheria a Osoppo. Dopo una serie d’infruttuose telefonate alla sede romana della Logista Italia ha avuto conferma dell’avvenuta aggregazione a Forni di Sopra – nessuno – dice – ci aveva informati ufficialmente di nulla – ed è stato “invitato” a formalizzare, lui, una richiesta di cambio deposito via raccomandata. «Chissà però quanto ci vorrà – dice preoccupato -. Nel frattempo dovrò continuare a far riferimento a Forni e per evitare di firmare contratti di trasporto, ovviamente costosi, mi dovrò anche far carico del viaggio andata e ritorno, lungo decine di chilometri, quando il deposito di San Daniele è dietro l’angolo».

Protesta anche la titolare della tabaccheria al centro commerciale Alpe Adria di Cassacco, Patrizia Ponta: «Quest’aggregazione a Forni ci mette in difficoltà. Già è dura andare avanti con i tempi che corrono, se poi i costi aumentano…». A Roma, come detto, sono già state inoltrate 25 richieste di cambiare deposito, ma in attesa di risposta i tabaccai saranno costretti a salire in macchina e a farsi, come nel caso della signora Ponta, anche 160 chilometri di strada per garantire sigarette alle rispettive rivendite.

Maura Delle Case

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