La ristrutturazione dell’ex mulino è finita in tribunale

TAVAGNACCO. Doveva essere un esempio di recupero architettonico di un edificio storico, che grazie allo sfruttamento della roggia avrebbe prodotto energia pulita e attratto visitatori. Invece la ristrutturazione del vecchio mulino di Adegliacco è finita in tribunale e il Comune è stato condannato a pagare 18.500 euro per «danno temuto» a causa di una possibile esondazione della roggia. Una situazione che oltre ad aver amareggiato gli amministratori, ha costretto il consiglio comunale ad approvare un debito fuori bilancio.
La denuncia. Giorgio Blasich e Antonella Zampa sono proprietari di un fondo su cui si trova un’abitazione. Sono stati loro a rivolgersi al tribunale perché preoccupati dal danno che l’opera idraulica installata sul mulino potrebbe provocare ai loro beni affacciati sulla roggia. A loro dire, paratie e ruota destinate allo sfruttamento della corrente della roggia a fini idroelettrici possono causare un rallentamento del corso delle acque e un loro innalzamento, con il pericolo di infiltrazione e inondazione sulla loro proprietà.
L’ordinanza. Il ricorso è stato accolto dal Tribunale di Udine, che ha ordinato al Comune di «provvedere alla diminuzione dell’attuale tirante della roggia presso il mulino di Adegliacco fino alla quota inferiore storica del “lavatoio” presente in loco» e di «mantenere costante il tirante così ridotto in condizione di funzionamento dell’impianto». Una decisione che fa discutere, in quanto il Comune di Tavagnacco non è proprietario della roggia, la cui gestione è affidata dalla Regione al Consorzio Ledra Tagliamento.
Il Comune. A parlare è l’assessore Di Piazza: «Ciò che desta maggior perplessità è il fatto che il Comune ha deciso di fare questo investimento dopo aver ottenuto l’approvazione del progetto da parte di Regione e Consorzio. Restiamo convinti della bontà del progetto, in quanto rappresenta un modo intelligente di sfruttare un corso d’acqua al fine di riceverne un beneficio in termini energetici, andando a produrre energia pulita».
Il progetto. L’idea iniziale del Comune prevedeva la produzione di 6 kw sulla base dei mille litri di portata media garantiti dal Consorzio a termini di convenzione. «Nonostante i ripetuti richiami allo stesso Consorzio – precisa Di Piazza – tali kilowatt non sono mai stati prodotti in quanto la portata non ha mai superato i 600 litri, consentendo una produzione di soli 2,5 kw». Con l’ordinanza del tribunale la produzione di energia potrebbe ulteriormente ridursi.
Immaginario scientifico. L’ex mulino è stato dato in gestione all’Immaginario scientifico, che insegna la scienza a decine di scolaresche ogni settimana. La vicenda, fortunatamente, non condizionerà l’attività divulgativa.
Alessandro Cesare
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