«La ripresa? Sono tanti i gap da rimuovere per far correre il Paese»

Cristina Nonino: inaccettabile restare bloccati per due giorni a causa di un guasto. Nonostante le difficoltà la distilleria di Percoto insegna negli Usa a fare la grappa
PHOTO CANIO ROMANIELLO / OLYCOM
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UDINE. Non ci sono sabati e domeniche che tengano in casa Nonino. Per Gianola, Cristina, Elisabetta, Antonella e Benito, beato (quasi sempre) tra le sue donne, il week-end è divenuto negli ultimi anni un momento di lavoro come un altro. Tanto più intenso sotto Natale, quando alla storica distilleria piovono telefonate da mezzo mondo. In gara per prendere la linea e guadagnarsi un posto sulle prime spedizioni utili.

Peccato che ieri la missione sia stata impossibile: l’intera Percoto è rimasta isolata, rassegnata ad attendere lunedì per l’intervento del gestore. «Possibile?».

La prima domanda se l’è fatta da sola, Cristina Nonino. Voce pronta, stesso piglio di mamma Gianola, e stessa determinazione. «Le pare possibile che in un Paese come il nostro, sotto le feste natalizie, si possa restare per due giorni senza linea telefonica?».

Altra domanda, quindi la - amara - risposta. Evidentemente è possibile, ma non dovrebbe esserlo. «E questo gap - afferma l’imprenditrice - l’Italia lo deve superare se vuole tornare a prendere quota».

Nonostante il settore dei distillati negli ultimi due anni sia stato vessato da ben cinque aumenti d’accisa e il potere d’acquisto delle famiglie si sia ridotto, grazie all’export e a una costante politica tesa all’innovazione e all’eccellenza la ripresa a Percoto è realtà.

Tutto intorno, a sentire l’imprenditrice, il moto, già iniziato, dovrà continuare nel 2016. Ed essere supportato. «Con regole chiare (nel caso dei distillati disciplinari rigorosi) e semplificazione burocratica. Pensiamo solo alla nostra azienda: su 35 dipendenti (più 28 stagionali) oltre a noi 5 di famiglia 10 persone sono impegnate in produzione, venti negli uffici».

Per Nonino significa che far fronte agli adempimenti burocratici richiede più forze che produrre. Che le carte rischiano di pesare più della grappa.

Fortuna che l’azienda ha saputo rispondere in questi anni con grande flessibilità a ogni nuova sfida. Nonino è la dimostrazione di come l’architettura famigliare che contraddistingue tante imprese a Nordest sia non già un limite, ma una freccia all’arco.

Pronta a scoccare, specie con il vento della ripresa a favore. «Il vantaggio di aziende come la nostra - parola di Cristina - è che non abbiamo strutture rigide e siamo in grado di far fronte rapidamente a ogni novità. D’altro canto però la fatica è improba. Non ci sono sabati e domeniche. Siamo sempre rintracciabili e pronti a prendere l’aereo. Ogni volta che serve».

Prontezza. Flessibilità. Legame con il territorio. Innovazione. Regole auree che da sempre guidano l’azione imprenditoriale dei Nonino. Al di là della contingenza economica. «Anche in questi anni - ricorda l’imprenditrice - abbiamo dato fiato a nuovi nuovi investimenti e a un’aggressiva politica di penetrazione di nuovi mercati». All’estero, dove oggi si genera il 50% del fatturato, la fama della distilleria di Percoto è grande.

Al punto che dopo il tributo del New York Times, è stato recentemente “How is made” a bussare alla porta dei Nonino, scegliendo la distilleria friulana come set del noto programma per spiegare come si fa una grappa. Naturalmente made in Italy. Brand che secondo i distillatori friulani resta la chiave fondamentale per garantire all’Italia un futuro radioso.

«Dobbiamo imparare a valorizzare l’Italian style cui Expo ha dato grande risalto. Farci forti delle bellezze storico artistiche del nostro Paese e dei grandi sapori della nostra tavola. Ma dobbiamo anche fare autocritica. Dar corpo ai tagli. Veri e non solo promessi. Iniziare a valorizzare la meritocrazia e per contro applicare le sanzioni dove servono. Dalla scuola alla pubblica amministrazione, dalla politica alle imprese. Serve un cambio di passo - conclude Nonino -. Anche per dar fiato alla ripresa».

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