La rinascita del Friuli dopo il terremoto del 1976

La mostra “L’identità di un paesaggio. La memoria della ricostruzione”, ospitata all’Immaginario scientifico di Pordenone sino al 27 novembre, racconta la straordinaria esperienza del percorso di...

La mostra “L’identità di un paesaggio. La memoria della ricostruzione”, ospitata all’Immaginario scientifico di Pordenone sino al 27 novembre, racconta la straordinaria esperienza del percorso di rinascita del territorio dopo il terremoto del Friuli del 1976. E’ la terza tappa di questa mostra itinerante, organizzata dal Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’Erpac (Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia) e dall’Associazione Comuni terremotati e sindaci della ricostruzione del Friuli in collaborazione con l’Immaginario scientifico.

Dopo il terremoto, il Friuli mise in pratica un percorso di rinascita unico ed esemplare, che ha visto l’impegno congiunto di persone e istituzioni nel ricostruire un’identità distrutta. La Regione Friuli Venezia Giulia riconobbe il valore del recupero del patrimonio architettonico spontaneo, che rischiava di essere perduto: la legge regionale 30 del 1977, una delle fondamentali norme sulla ricostruzione, con l’articolo 8 consentì di salvare le testimonianze di un’architettura fortemente connessa al territorio.

L’esposizione all’interno dell’Immaginario scientifico di Torre affronta questo particolare aspetto del post-terremoto attraverso pannelli esplicativi, video, per viaggiare attraverso lo straordinario e diversificato paesaggio del Friuli terremotato, e schermi touch screen per approfondire, Comune per Comune, i dettagli sull’entità dei danni, sul numero di abitanti e sugli interventi di recupero effettuati. I Comuni interessati dagli interventi sono stati 108 e gli edifici recuperati 1.659.

Nell’ambito della mostra, da martedì a venerdì saranno disponibili per le scuole laboratori didattici gratuiti, su prenotazione (telefono 0434-542455, da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13), dedicati alle classi quarte e quinte delle scuole primarie, a tutte le classi delle medie e alle classi prime e seconde degli istituti superiori. Le attività sono pensate per aiutare gli studenti a riscoprire il patrimonio architettonico spontaneo delle zone colpite dal terremoto. Questo aspetto sarà affrontato interagendo direttamente con diversi elementi architettonici in legno, che gli studenti potranno assemblare per ricostruire alcuni “tipi edilizi”: da quello dei Forni Savorgnani a quello di Sauris, dalla casa andreana a quella pedemontana e così via. Semplici apparati permetteranno di simulare il passaggio di un’onda sismica, per osservare come reagiscono le abitazioni, anche in base al tipo di terreno.

A corredo dell’esposizione, domenica 20 e 27 novembre, alle 11, le famiglie con bambini da 9 anni in su potranno prendere parte a una visita guidata speciale attraverso la mostra, arricchita da alcuni esperimenti sugli effetti del sisma sulle abitazioni. In un contesto familiare e informale si cercherà di capire insieme cosa succede durante un terremoto, per poi ricostruire alcuni modelli di case tipiche delle zone interessate dal sisma. Infine, con l’aiuto di semplici apparati, sarà possibile osservare e sperimentare come le case reagiscono al passaggio delle onde sismiche. Tutti i laboratori sono gratuiti, su prenotazione (0434-542455).

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto