«La Regione non voti per la caccia al lupo»

La riunione tecnica della conferenza Stato-Regioni ha approvato martedì il nuovo “Piano di gestione del lupo” che, dopo 46 anni di protezione, consente di uccidere i lupi. Il testo ora passa, per il voto finale del 2 febbraio, al governo e alle regioni. La Lav si appella proprio ai presidenti delle regioni: «Chiediamo di schierarsi come ha fatto il Lazio, e di fare propria la dichiarazione “Viva il lupo” diffusa via twitter dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, votando contro l’uccisione dei lupi».
Il ministro dell’Ambiente «afferma l’intenzione di procedere con il piano che prevede la possibilità di cacciare i lupi considerati “in esubero” che eufemisticamente definisce “rimozione di qualche esemplare” – spiega Massimo Vitturi, responsabile Lav area animali selvatici –. La Lav ricorda che ad inizio 2016 ha inviato agli uffici ministeriali, senza mai ricevere peraltro alcun cenno di riscontro, un documento scientifico basato sulle ricerche di eminenti scienziati europei, che hanno chiaramente affermato l’inutilità scientifica delle uccisioni di lupi». L’associazione lo scorso aprile aveva presentato una “Dichiarazione per la gestione non letale del lupo” sottoscritta da alcuni dei più importanti esperti internazionali in materia di gestione del lupo.
La Lav ribadisce quindi «il suo deciso no a quella che di fatto costituisce l’apertura della caccia ai lupi, sia per ragioni etiche, sia per ragioni scientifiche ampiamente rappresentate al ministero dell’Ambiente. E se invece di usare la parola caccia il ministro preferisce utilizzare il termine “prelievi”, nella sostanza nulla cambia».
Se il piano dovesse essere approvato così come da bozza, il governo sarà «ricordato per avere dato il via ad una nuova stagione di uccisione dei lupi dopo 46 anni di protezione totale». Per la Lav si tratta di un «contentino ad allevatori e bracconieri» senza alcun «approccio scientifico. Non determinerà alcuna riduzione dei danni né delle predazioni».
Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc si appellano ai presidenti delle regioni: «Non si riapra la caccia al lupo». Il Friuli Venezia Giulia, infatti, è area di passaggio frontaliera, di collegamento tra Alpi ed Est Europa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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