La Procura opera in prima linea «Vaccino per chi investiga»

Ore e ore di lavoro sul campo per raccogliere prove e interrogare. Un ruolo in prima linea, quello dei magistrati della Procura della repubblica di Pordenone, tanto che all’indomani del femminicidio di Concordia Sagittaria, nel quale ha perso la vita Viktoria Osagie, 34 anni, massacrata dal Moses Ewere, 41 anni, la stessa Procura della città del Noncello, che se ne è occupata per competenza territoriale, solleva il problema della mancata vaccinazione degli inquirenti che operano sul campo.
«È stata un’alacre attività di indagine – spiega il procuratore Raffaele Tito – espletata in nottata dai carabinieri e dal pubblico ministero sino alle 5 del mattino».
La Procura, continua la sua analisi Tito, è arrivata a Concordia Sagittaria sabato sera e ha continuato a operare per tutta la notte.
Raccolta delle prove, interrogatori, direzione delle indagini: un’attività che, in un caso delicato come è quello di un omicidio, richiede la presenza sul campo dei magistrati.
Una tragedia – l’ennesima, sottolinea ancora Tito – che accende i riflettori anche sull’operato degli inquirenti, in prima linea nonostante la pandemia.
«Fra le tante cose che si possono dire – mette in evidenza il procuratore – rilevo che anche le donne e gli uomini delle Procure della repubblica svolgono un ruolo che è oggi pericoloso per via della pandemia. Mi auguro che quanto prima anche noi potremo ricevere il vaccino. Allo stato attuale, però, non ho ricevuto alcuna comunicazione in merito».
Un intervento, quello da parte della Procura, che ha consentito di chiudere il caso di Concordia Sagittaria in poche ore: il marito della donna, infatti, ha confessato, pur con alcune lacune e imprecisioni. —
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