La nuova vita del Piper: da night ad associazione e «una radio di serenità»

LA STORIA
La celebre frase di Paolo Giacomin «Questa è Radio Paiper, qui ci si si diverte» qualche volta passa ancora, per non dimenticare le origini. Così come alcuni dei brani amati e selezionati dalla signora Terry. Oggi però la celebre radio con sede all’ex Dancing di Fontanafredda, diventato circolo associativo culturale, è guidata dal figlio Edward, che ha una mission ben precisa: «Donare serenità. Quando papà ci ha lasciati, nel 2006, occorreva decidere cosa fare della radio, fondata nel 1981, e del Piper Club», premette.
E quindi quale fu la decisione?
«La radio è uno strumento che porta conoscenza e aiuta le persone che la ascoltano. Nel rispetto dei miei genitori, per quello che hanno fatto, ho deciso di proseguire, pur non avendo avuto alcuna esperienza, essendo occupato in tutt’altra attività commerciale. Il night, aperto negli anni Sessanta, è andato avanti per un po’ come prima, dal 2010 è diventato Associazione Piper Club».
E la radio?
«Ne ho prese le redini. Sentivo che dovevo fare qualcosa di buono per le persone, trasmettere informazioni e sonorità positive, per far vivere in armonia la giornata del pubblico. La scelta dei brani si basa su questo: la musica è un canto degli angeli, trasmette qualcosa che si ha dentro, quindi è armonia».
Radio Piper è sempre stata una sorta di mito...
«Quando l’ho presa in mano tutti sapevano che c’era, ma quasi nessuno l’ascoltava nonostante copra il Triveneto, la Slovenia e la costa istriana. Erano stimati duemila ascoltatori, pochissimi per una radio storica».
E come se lo spiega?
«Papà aveva una certa età e di conseguenza anche gli ascoltatori. Occorreva quindi fare una scelta, che mi venne dal cuore: trasmettere della buona energia adatta alle persone di oggi».
La differenza?
«All’epoca venivano trasmesse colonne sonore che duravano anche 15 minuti, pezzi ricercati, brani per fisarmonica. Oggi si spazia dai grandi successi ai testi che portano a una elevazione per chi li ascolta. La chiamo la “filosofia” di Edward».
La voce di Paolo vive ancora.
«C’è, gira in alcuni spot, ma il suo repertorio non è adatto al nostro quotidiano. Ci sono anche alcune canzoni di mamma, che era più “contemporanea”. Ma oggi 4 persone su 5 che ascoltano la radio – il target è vario, mentre vent’anni fa era over 60 – non sanno chi sia stato Paolo».
Da editore a conduttore.
«Ho creato “Connessi con se stessi”, il mercoledì alle 21, Fm 88.8 e 93.8. Una riflessione sulla propria coscienza e sullo spirito per migliorarsi. Si parla di tutto: nelle prime due puntate sono partito solo, poi le fila si sono ingrossate di ospiti. C’è tanta gente che oggi ha ancora qualcosa da dire e ciò che dice può essere di aiuto per altri. Tutti coloro che hanno testimonianze sono benvenuti»
Da cosa nasce questo progetto?
«Quando ci fu la prima ondata Covid mi trovavo in Indonesia e vi rimasi bloccato per qualche tempo. Successivamente compresi che le limitazioni non sarebbero durate poco. Andai in un negozio di articoli usati e acquistai un camper. Una voce dentro me insisteva nel dirmi che dovevo partire. Così andai in Lapponia: portai scorte per anni. “Chissà quando tornerò e se tornerò”, mi dissi. A 70 chilometri orari in una settimana raggiunsi la Finlandia, alcune altre ce ne vollero per la Lapponia».
E com’è andata?
«Quando ti trovi da solo davanti alla natura il pensiero è libero. Espressi il desiderio di incontrare una sciamano e non solo ciò è avvenuto, ma ho anche potuto soggiornarvi assieme. Tornato in Italia ho pensato: devo portare questo vissuto a chi ascolta la radio affinché ne tragga beneficio. Così sono partito».
Il messaggio che intende lanciare?
«Abbiamo una vita da vivere e il tempo è poco, un attimo, una sensazione. È nostro dovere trasmettere al prossimo le nostre conoscenze, i benefici che riceviamo. Lo faccio con Radio Piper». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto