La minoranza: «No all’ipotesi stadio a Pasian di Prato»

Alessandro Cesare



PASIAN DI PRATO

L’ipotesi di veder sorgere il nuovo stadio dell’Udinese calcio a Pasian di Prato non piace ai gruppi di opposizione.

Anzi, Sandro Valoppi e Roberta Degano di “Per Pasian di Prato democratica”, Alfonso Lendani e Mariafrancesca Zampieri di “Giovani per Pasian di Prato”, hanno il timore che si possa innescare un processo di cementificazione del territorio che tutto porterebbe tranne un vantaggio per l’ambiente della zona.

«Siamo molto preoccupati – spiegano gli esponenti della minoranza consiliare – per le conseguenze che uno stadio potrebbe avere in paese: consumo di territorio, carico sulla viabilità, alienazione di un bene pubblico su cui è tuttora in corso un intervento finanziato con contributo regionale a favore dello sport di base (soldi pubblici per lo sport dei nostri ragazzi). E poi tonnellate di nuovo cemento, svariati ettari da asfaltare e destinare a parcheggio a soli 2 chilometri dall’attuale stadio, funzionale, nuova, all'avanguardia».

Per le opposizioni, se è comprensibile la “pressione” esercitata tramite i mass media dall’Udinese, non è accettabile la «sponda istituzionale», così la definiscono, fornita alla società bianconera dalla giunta Pozzo.

«Chiederemo al sindaco di presentarci il progetto anche in consiglio comunale – dichiarano i gruppi di minoranza –. Lo stesso consiglio dove da mesi la maggioranza vanta una ritrovata intesa tutta a trazione leghista con il Comune di Udine, intesa che a suo modo di vedere dovrebbe risolvere tutte le questioni aperte: il campeggio di Italia ’90, i percorsi ciclabili e la viabilità in testa. Ci chiediamo perciò per quale motivo il sindaco Andrea Pozzo non senta l'esigenza di confrontarsi con il collega Pietro Fontanini anche sul tema stadio».

«A quanto pare – concludono gli esponenti dell’opposizione – la Lega pasianese e quella regionale tacciono sulla questione per non far deflagrare un conflitto interno al centrodestra che però appare del tutto evidente». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto