La guerra di Salvatore soldato siciliano sul Carso

SAGRADO. Due studiosi riportano alla luce il diario inedito di un soldato italiano sul fronte del Carso. Interessante appuntamento con la Grande guerra quello di domani, alle 18.30, al centro civico di Sagrado, per la presentazione del libro “Dalla Val d’Astico alle pietraie del Carso (Diario di guerra gennaio-settembre 1917)”, a cura di Vinicio Tomadin e Aldo Messina.
La pubblicazione, edita dalle Stamperie Battello di Trieste, riporta il diario inedito di un ufficiale italiano, Salvatore Riccioli, originario di Catania, in servizio prima nelle valli del Trentino e del Veneto e successivamente sulle alture del Carso. Le pagine, scritte con sentimenti religiosi e di grande amor patrio da questo soldato, colpiscono in modo intenso, specie per le sue note e i suoi commenti sulla situazione militare che si viveva in quel periodo. Il soldato nel suo diario ci fa partecipi delle lunghe giornate passate, prima nelle retrovie del fronte (in particolare in Valsugana, a Bassano, Gobbo, Grigno, Ospedaletto, Primolano e Tezze e poi in Val d’Astico, a Cimone, Caltrano, Carrè, Cogollo, Colletto, Chiuppano, Grumello, Monte Summano e altre località molto ben descritte), dove racconta con bella proprietà di linguaggio i fatti giornalieri, le lunghe marce ed esercitazioni e i sospiri per la lontananza dalla famiglia, ma soprattutto dall’amata Annuzza.
Non mancano fatti dolorosi, come la valanga che il 16 gennaio uccise alcuni commilitoni, sepolti vicino alle cucine e alle baracche nel campo posto nei dintorni di Gobbo; oppure i successivi cannoneggiamenti austriaci anche durante lo svolgimento dei funerali.
Da questo scenario, il militare, con l’intermezzo di qualche sospirata licenza, viene trasferito sul fronte del Carso. E qui abbiamo l’occasione, leggendo le pagine del diario, di seguire i suoi spostamenti. E, in effetti, scrive testualmente: «Giovedì 3 maggio persistente notizia della nostra partenza per il Carso». «Venerdì 4 distribuzione della roba di panno». «Lunedì 7 alla stazione di Carmignano c’imbarcammo per ignota destinzione». «Martedì 8, dopo aver passato una notte in treno, arrivammo alle 10.30 alla stazione di Manzano, provincia di Udine. Ci toccò di fare altri 6 chilometri a piedi prima di attendarci a Percoto».
Il militare era dunque giunto dalle nostre parti: si avvicinava la decima battaglia dell’Isonzo. Il 22 maggio da Percoto si trasferisce a Sagrado e qui iniziano le notizie sui bombardamenti, i feriti e anche le diserzioni. Diverse sono le località del fronte dell’Isonzo più volte citate. Per l’altopiano carsico abbiamo Bosco Cappuccio, Bosco Lancia, Castagnevizza e poi Dobbia, Fogliano, Gorizia, Monte Cucco, Sdraussina, ma anche Cormòns, Romans, Turriaco e altre ancora.
Il diario si interrompe l’8 Settembre e le ultime parole registrate sono: «Giunse l’ordine di andare in linea».
Le vicende sul ritrovamento, le condizioni precarie delle pagine e le ultime righe scritte fanno pensare al peggio. Le ricerche del professor Aldo Messina, unite a quelle di Vinicio Tomadin, valorizzate da una serie di immagini fotografiche dell’epoca, per lo più inedite e provenienti dall’Archivio fotografico di Moreno Weffort, fanno di questa pubblicazione una testimonianza di sicuro interesse, specie sui fatti quotidiani di chi ha vissuto questo conflitto, i cui ricordi, ne siamo certi, mai scompariranno dalla memoria.
Luigi Murciano
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