La guerra dell’aeroporto a Campoformido/ L'inchiesta

CAMPOFORMIDO. Il progetto che prevede un investimento di 2 milioni di euro dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) per asfaltare la pista più lunga dell’aeroporto di Campoformido non è stato cancellato e non è nemmeno in procinto di essere spostato verso l’aeroporto di Capua.
È quanto emerso ieri nel corso di un vertice tra i responsabili dell’Enac, la presidente della Regione Debora Serracchiani, e l’assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro. I lavori previsti - duramente osteggiati in primis dall’amministrazione comunale di Campoformido oltre che dagli ambientalisti – si configurano come mautenzione straordinaria di una struttura esistente, che resterebbe - è stato sottolineato durante il vertice - comunque dedicata soltanto nell’ambito dell’aviazione generale, consentendo l’atterraggio e il decollo di velivoli non superiori a 9 posti. La Regione ha confermato la disponibilità di valorizzare l’aeroporto in questione. Una dichiarazione di volontà, quella regionale, che dovrà confrontarsi con chi è decisamente contrario all’intervento. Tra questi, il sindaco di Campoformido, Andrea Zuliani.
«La verità - sostiene il primo cittadino – è che l’Enac vuole asfaltare la pista da 1.110 metri, mentre l’attuale è di 730 ed è su prato. Dico soltanto che, a parte il fatto che al Comune di Campoformido non è mai pervenuto uno straccio di progetto industriale, ci sono due ragioni che impediscono il progetto dell’Enac.
Primo: il documento dello scorso 28 novembre dell’Enav (Ente nazionale aviazione civile) che periodicamente aggiorna la situazione degli aeroporti civili e che conferma che nell’aeroporto di Campoformido esiste soltanto la pista 04.22, l’attuale di 730 metri. Secondo: questa pista e nessun’altra si possono asfaltare perché l’intervento ricade su un Sic, sito di interesse comunitario».
Attualmente l’aeroporto è soggetto a un Piano di rischio che è stato redatto in base all’attuale pista di 730 metri su cui possono decollare e atterrare velivoli con un’apertura alare fino a 12 metri. In una pista compresa tra gli 800 e i 1.200 metri possono, invece, atterrare aerei con apertura alare fino a 24 metri. «Una revisione del Piano di rischio – dichiara ancora Zuliani – comporterebbe una sorta di paralisi dell’attività in toto sia di Villa Primavera sia di Campoformido capoluogo».
A Villa Primavera è sorto un Comitato. Gli abitanti temono che una pista da 1.100 metri, sfondando di fatto fino quasi all’abitato, crei effetti negativi a cominciare dal depauperamento immobiliare. Ma, sul fronte opposto, il Comune di Pasian di Prato manda a dire cheil suo Piano di rischio contempla entrambe le piste, quella in uso da 730 metri e quella di 1.100 inseguita dall’Enac.
«Il documento, di cui è incaricato il nostro ufficio tecnico – si legge in una nota dell’amministrazione comunale - sarà pronto a breve: lo approveremo in giunta e lo invieremo a Enac». Il sindaco di Campoformido ribatte che, in base a un odg approvato dalla giunta regionale lo scorso 15 ottobre, la Regione non ha titolo a intervenire sul Piano di rischio dell’aeroporto, nè ha facoltà di indire una Conferenza dei servizi e, infine, non ha preso in considerazione quanto previsto dal decreto Passera che vuole togliere a Enac 15 aeroporti e affidarli alle Regioni. «Ma soprattutto - chiosa – la Regione può parlare solo dell’area di sua competenza, quella del Parco del volo, vale a dire il 5% della superficie dell’aeroporto».
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