La giornata dei calzini spaiati festeggiata in tutta Italia per dare valore alla diversità: l'idea nata da una maestra di Terzo d'Aquileia

In tanti istituti sono state promosse iniziative all’insegna della creatività e della condivisione

UDINE. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha mai fatto i conti con un paio di calzini spaiati. Persi in lavatrice, sotto il letto o inavvertitamente gettati nel cestino, i calzini sono diventati, da ormai undici anni, simbolo di accettazione, rispetto, creatività e condivisione. Venerdì 5 febbraio, tutta Italia ha festeggiato la “Giornata dei calzini spaiati”, un evento nato nella Bassa friulana, nel piccolo Comune di Terzo di Aquileia.

L’iniziativa, che si festeggia ogni anno il primo venerdì di febbraio e che continua a viaggiare sui social network con risultati da record, è nata nel 2010 grazie a un’iniziativa promossa dalla scuola primaria di Terzo di Aquileia e in particolare dalla maestra Sabrina Flapp.

L’idea è stata portata avanti da cinque amiche, Sabrina appunto, Edy, Giulia, Silvia e Clara. «In una scuola a tempo pieno – spiega la maestra Flapp – è necessario trovare sempre qualcosa di creativo che possa anche far riflettere i bambini. Mi è sempre piaciuta Pippi Calzelunghe, la trovo originale. È stata proprio lei a ispirarmi. C’è bisogno di senso di appartenenza, di legami, di famiglia, è questo il messaggio che volevamo far arrivare. In questi anni abbiamo raggiunto case, scuole, uffici, persone di ogni età. Grazie al passaparola sono arrivate migliaia di fotografie da tutta Italia».

Divertimento e leggerezza ma anche un modo per riflettere sui temi di attualità. «L’obiettivo – chiarisce l’insegnante – è diffondere il messaggio di accettazione della diversità, in varie forme e in vari modi. Nel 2018 ricordo che sono arrivati 800 calzini da tutta Italia. Li abbiamo trasformati in marionette che poi abbiamo donato ai bambini bisognosi». Sabrina, Edy, Giulia, Silvia e Clara dedicano il loro tempo libero, come clown di corsia, ai bambini malati.

«Con i calzini si può giocare, ci si può divertire, fanno parte della quotidianità. Ognuno legge l’iniziativa a modo suo, la fa propria. È questa la forza del nostro progetto. Siamo tanti e tutti diversi l’uno dall’altro, dobbiamo soltanto saperci accettare e avere la pazienza di cercare, un po’ come facciamo al mattino quando non troviamo i calzini dello stesso colore. Solo grazie agli altri possiamo avere più idee. Ognuno di noi è diverso e perciò speciale. La diversità non è sinonimo di brutto o cattivo ma dev’essere vista come speciale proprio per la sua unicità. È soprattutto ai bambini che vogliamo fare arrivare questo messaggio, con un linguaggio adatto a loro».

Ieri, nelle scuole di ogni ordine e grado, sono state numerose le iniziative organizzate a tema. «A Villa Vicentina, dove insegno – racconta ancora la maestra Flapp – siamo usciti cantando “La ballata dei calzini spaiati”, una canzone dello Zecchino d’Oro che parla di calzini che cercano di restare assieme prima e dopo il lavaggio in lavatrice».

Dopo la giornata a scuola, Sabrina Flapp ha indossato il naso rosso ed è partita alla volta del Cro di Aviano, con lo sguardo pieno di speranza ma soprattutto con la voglia di regalare un sorriso ai bambini. «Abbiamo consegnato al responsabile dell’area giovani del Cro, il primario Maurizio Mascarin, alcuni scatoloni pieni di libri che i lettori delle librerie Giunti hanno donato ai bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni. All’interno degli scatoloni abbiamo inserito anche gli immancabili calzini spaiati. Quest’anno, in tempi di pandemia, l’iniziativa ha un significato particolare: farci sentire meno soli e meno disorientati. Ricordiamoci sempre che, come dice Sandra Dema, un calzino bucato si accorge che in realtà quel buco può diventare una finestra aperta sul mondo, il nostro e quello degli altri».




 

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