La Friulpress fa da apripista ai nuovi metodi di formazione

L’iniziativa è promossa dalla Fim Cisl. Interessata una decina di aziende Un questionario per capire le esigenze dei lavoratori: in testa i corsi di inglese



Parte dalla Friulpress Samp di Sesto al Reghena (300 dipendenti) il progetto-pilota sulla formazione promosso da Fim Cisl: un piano che il sindacato intende esportare in altre realtà non soltanto della provincia, come ha spiegato il referente per Pordenone Gianni Piccinin. Un progetto non calato dall’alto, ma nel quale è stata data voce ai lavoratori per conoscerne le istanze. D’altronde sono loro che, operando ogni giorno in fabbrica, hanno sotto mano il quadro dei processi produttivi e possono capire quali sono necessità, punti di forza e debolezze. E sanno anche di quali strumenti hanno bisogno per migliorarsi e crescere professionalmente e al contempo portare benefici all’azienda. Il primo passo compiuto da Fim Cisl, che rientra nell’ambito del progetto “Fim’s 100 days”, è stata la somministrazione di questionari alle maestranze per raccogliere il fabbisogno sul tema della formazione. Friulpress non è l’unica realtà coinvolta, ma è quella in cui il percorso è stato portato a compimento con l’avvio dei corsi: nel Pordenonese è stata interessata una decina di altri siti (il piano è regionale). Quanto emerso è interessante: in vetta alla lista di richieste degli addetti i corsi di inglese. Spazio poi a quelli su ambiente e sicurezza, tematica “calda”, sviluppo organizzativo, innovazione tecnologica e informatica, per citare alcuni esempi. In seguito alla raccolta dei questionari compilati, il sindacato ha tirato le somme e avviato il confronto intanto con Friulpress. «Un’azienda che è già attenta al tema della formazione – commenta Piccinin – e che su questo fronte non ha mai smesso di investire».

Altro passo l’accordo con l’ente formativo che cura i percorsi, in questo caso lo Ial di Pordenone, che ha avanzato una proposta all’impresa di Sesto al Reghena. «Quest’ultima ha dato il via libera: con le sigle sindacali presenti in azienda abbiamo siglato un accordo – precisa – e ora sono partite le giornate di formazione, che sono retribuite». «Quello di Friulpress è il primo passo di un progetto più ampio, che coinvolge altre realtà – spiega Piccinin –. Un piano-pilota da esportare, che ha richiesto quasi un anno di lavoro. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, della partecipazione dei lavoratori e degli spunti emersi dalla compilazione dei questionari: un punto di partenza, comunque, non di arrivo». E conclude: «Dobbiamo diffondere la cultura della formazione, che non è un costo, ma un investimento per impresa e addetti. Quello della Friulpress è un modello, un caso di buona prassi perché azienda, Rsu e lavoratori si sono dimostrati sensibili al tema della formazione e hanno colto al volo l’opportunità». Piccinin mette in luce che tra i benefici per l’impresa derivanti dalla formazione figurano il miglioramento di performance e motivazione degli addetti e la garanzia di vantaggi competitivi. Per i dipendenti, invece, una migliore gestione del lavoro quotidiano e delle sfide legate pure al fatto che la tecnologia sta prendendo sempre più piede. —



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