La fontanella del Faet è ormai scomparsa
NS. Un acquitrino putrido e abbandonato a se stesso. Un ristagno che fa solamente tristezza in chi frequentava quell’area e aveva imparato a conoscerla e a apprezzarla.
È davvero desolante l’immagine che dà di sè il sito dove fino a qualche anno fa era situata la storica fontanella del Faet. Oggi in quel punto l’acqua c'è ancora, ma non è quella limpida che sgorgava un tempo: è sporca, stagnante, maleodorante. Il buco in cui c’era una volta la fonte, infatti, è diventato una sorta di pozzetto in cui si sono accumulati sterpaglie, acqua piovana senza vie di fuga, detriti. E l’odore che ne fuoriesce è veramente irrespirabile: una situazione che stride fortemente con ciò che resta intorno, ossia un parchetto anche ben tenuto, con giochi per bambini, panchine, alberi. Un luogo che d’estate è un ipotetico rifugio di fresco contro l’afa, ma, se in pieno febbraio, quando l’umidità è praticamente inesistente, l’odore che arriva dall’ex fontanella è forte, cosa ne sarà nel pieno dei mesi estivi? Cosa si pensa di fare per ridare dignità a un luogo che per molti cormonesi rappresenta uno splendido ricordo d’infanzia e dove tuttora i nonni accompagnano i più piccoli? Domande che giriamo all’amministrazione comunale.
Attorno a questa fontanella cormonese non mancano le leggende. Secondo un racconto friulano di Dolfo Zorzut, la fonte nasce da una disputa tra il Signore e il Diavolo. Narra lo scrittore cormonese che il Signore, pieno di sete, raccoglie la sfida del Diavolo e fa sgorgare l’acqua dalle pietre, fresca e invitante. Il Diavolo, indispettito, si infila tra le rocce e fa scaturire fuoco e fiamme dando all’acqua il sapore dello zolfo . Ma il Signore, assaggiatala e per nulla dispiaciuto, la benedice dandole per sempre il potere di curare chi la beve. (m.f.)
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