La Fondazione volta pagina Demartin nuova presidente

Un voto per acclamazione da parte dell’Organo di indirizzo ha sancito, ieri, l’elezione di Roberta Demartin a presidente della Fondazione Carigo. Allo stesso modo sono stati nominati i componenti del nuovo Consiglio d’amministrazione: Georg Meyr, Bruno Pascoli, Marino Zanetti, Luigi Capogrosso Sansone, Gianluca Trivigno e Leonardo Tognon. Tra non meno di dieci giorni, fra questi sei nominativi sarà scelto il vicepresidente: in pole position ci sono Georg Meyr, coordinatore del corso di laurea in Scienze diplomatiche e internazionali, e l’ingegnere goriziano Bruno Pascoli (entrambi espressione del centro-destra) ma potrebbe spuntare anche l’outsider Marino Zanetti, ex consigliere comunale dell’Udc. Infine, i tre revisori dei conti: Gabriella Magurano (presidente), Angelo Lapovic e Bruno Gomiscek.
Tutto come da copione, dunque, nell’ultima giornata da presidente di Gianluigi Chiozza che in precedenza, come ultimo atto del suo mandato, aveva portato all’approvazione il bilancio esecutivo 2016 dell’ente di via Carducci. Il Consiglio d’indirizzo, composto da 17 membri (da ieri ne è entrato a far parte anche l’ex sindaco di Medea Alberto Bergamin) con un voto unanime ha dimostrato la convinzione di credere nella bontà della “soluzione interna” sulla quale ci si era incamminati un mese fa per evitare spaccature derivanti dalla presentazione di più liste. Dopo un apprezzato discorso di saluto, con i ringraziamenti di rito, da parte di Chiozza, la Demartin ha enunciato in un ampio intervento le linee programmatiche del suo mandato.
I nuovi vertici della Fondazione, tutti facenti parte, appunto, dell’Organo di indirizzo (in seno al quale ovviamente ora dovranno essere sostituiti), sono stati inclusi in una lista unitaria che alla fine ha messo d’accordo tutti, anche se tra i politici, sponsor più o meno occulti di altri candidati alla presidenza (primi fra tutti gli avvocati Paolo Comolli e Sergio Orzan) si è creato qualche mal di pancia nascosto dietro i “no comment”. La Fondazione Carigo volta quindi pagina con una completa “rivoluzione” apicale (nessun membro del Cda uscente era più rinnovabile avendo esaurito il bonus dei due mandati) con una soluzione condivisa, utile anche ad evitare contrapposizioni come quelle che si stanno verificando a Udine dove la votazione è stata rinviata.
La scelta di Roberta Demartin, poi, proietta nuovamente alla ribalta, dopo sei anni di oblio, uno dei volti più interessanti del panorama politico locale. Cinquantuno anni, residente a Cormòns, laureata in Scienze politiche e collaboratrice amministrativa dell’Arpa Fvg, Demartin era stata sindaco di Moraro dal 1995 al 1999 per poi diventare consigliere provinciale, assessore alla Cultura nella giunta ulivista presieduta da Giorgio Brandolin dal 2003 e 2006 e infine vicepresidente, in quota Margherita, della prima giunta Gherghetta dal 2006 al 2011. Più volte, in quest’ultimo mese che ha preceduto la sua nomina, a fronte anche di critiche provenienti dall’esterno che parlavano di un’ “opzione autoreferenziale”, diversi membri dell’Organo di indirizzo avevano sottolineato l’importanza di pervenire a una scelta unitaria nel momento in cui la Fondazione, principale “cassaforte” dell’Isontino e unico ente in grado di rappresentare e accogliere le istanze di tutto il territorio provinciale dopo la nascita delle due Uti, verrà chiamata a compiere una svolta e un cambio di passo.
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