La droga nei boschi e gli ordini via sms: così i richiedenti asilo spacciavano in Friuli

UDINE. Il capo dell’organizzazione era Esmat Ullah Tarakhel, 25 anni, arrivato tre anni fa in Friuli dalla provincia afghana di Kandahar. Per amici e sodali era “America”, nomignolo che si era conquistato per quella tendenza a ostentare sui social network la ricchezza che era riuscito a costruire nel giro di qualche mese. Come? Diventando uno dei “ras” della droga in Borgo stazione.
Era lui, con la stretta collaborazione della compagna, la 47enne udinese Cristina Coianiz, a guidare l’organizzazione smantellata nelle ultime settimane dai finanzieri del Nucleo di Polizia-economico finanziaria delle Fiamme gialle, guidato dal tenente colonnello Davide Cardia.
Un’operazione che si è conclusa con otto arresti, oltre 20 chili di stupefacente sequestrati (tra marijuana, hascisc e cocaina) e la consapevolezza di aver messo a segno un punto importante nella lotta contro lo spaccio in uno dei quartieri più difficili del capoluogo friulano, dove neppure due mesi fa ha perso la vita - stroncata da un’overdose - una ragazzina di sedici anni.
La droga nei boschi
Tarakhel era diventato nell’arco di pochi mesi il punto di riferimento per connazionali alla ricerca di soldi facili, una “paghetta” in grado di integrare i pochi euro messi a disposizione settimanalmente dal sistema di accoglienza degli stranieri richiedenti asilo. Facevano i corrieri della droga, istruiti da “America”, che si limitava a raccogliere gli ordini (con sms in codice) e organizzare il ritiro e la consegna dello stupefacente. «Tutti migranti che avevano chiesto o già ottenuto la protezione internazionale, pakistani e afghani che per conto di Tarakhel facevano il lavoro sporco», spiega il tenente colonnello Cardia.
I magazzini? En plein air, tra gli alberi. Ad “America” erano rimasti evidentemente nel cuore i boschi di Magnano in Riviera, dove era stato ospitato al suo arrivo in Italia: assieme ad altri richiedenti asilo era stato destinato all’albergo Riviera, dove era rimasto per alcuni mesi, prima di ottenere la protezione internazionale e conoscere la compagna.
Tra gli arbusti, nelle cavità dei tronchi e sotto cumuli di foglie i finanzieri hanno trovato la droga che affluiva poi in Borgo stazione, pronta a essere smerciata sulla piazza udinese per eccellenza per quel che riguarda lo spaccio.
Nonostante le forti piogge avessero attenuato l’odore caratteristico di hascisc e marijuana Q Cindy, il pastore tedesco dell’unità cinofila della Gdf di San Giorgio di Nogaro, ha fiutato lo stupefacente nei boschi sopra Magnano: la droga era incellophanata con cura, nascosta in sacchi delle immondizie (di quelli gialli per l’indifferenziato) e in alcune borse della spesa.
Il meccanismo
Tarakhel non si sporcava le mani: non maneggiava materialmente le dosi, insomma. Fino all’ultimo si è limitato a prendere gli ordini e inoltrare le richieste ai suoi scagnozzi, che andavano materialmente a recuperare la droga nei boschi e la spacciavano in strada, consegnando la sostanza agli acquirenti. Se i “magazzini” erano tra gli alberi a Magnano e in un’area verde di Udine (tra via Villacaccia e via Torsa), la base logistica (dove venivano raccolti gli ordini, gestita la distribuzione delle dosi, accolti i “fornitori”) era in un appartamento del quartiere delle magnolie, a pochi passi dalla stazione ferroviaria, che “America” condivideva con la compagna Coianiz.
I primi due arresti
L’operazione (ribattezzata Arachosia, dal nome storico della regione al confine tra Pakistan e Afghanistan) ha preso piede dagli arresti di Katharina Weiler, 22 anni e Stefan Berger, 29, entrambi austriaci. Il 5 settembre erano stati fermati in piazzale Cella e trovati in possesso di una “palla” di infiorescenze di marijuana (520 grammi), che i due avevano acquistato poco prima nella zona dello scalo ferroviario. Una trasferta, la loro, giustificata dal fatto che a Udine la sostanza costa in media il 20 per cento in meno rispetto alla Carinzia.
Le picconate
Dopo due mesi di indagini e pedinamenti, il sistema è crollato sotto i colpi delle Fiamme gialle da novembre. Sabato 3 i finanzieri hanno arrestato in flagranza (anche per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale) il pakistano Muhamad Bilal, classe 1993, trovato con due etti di hascisc.
Tra il 14 e il 15 novembre, poi, sono finiti nelle maglie della Gdf il pakistano Mazhar Shah (21 anni), il turco Ullah Guntay (31), l’afghano Shahid Ullah Niazai (26) oltre a Tarakhel e Coianiz. Le Fiamme gialle hanno sequestrato in tutto oltre 20 chili di droga, anche cocaina, che l’organizzazione stava iniziando a trattare nelle ultime settimane. Se messo in vendita, lo stupefacente avrebbe potuto fruttare oltre 200 mila euro.
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