La difesa: «Con Giunta si è aperto un dialogo»

Sfilata di testi nel processo che ipotizza l’agevolazione di uso di droga al festival. L’ex parlamentare Corleone: un luogo di pace. La polizia: sempre collaborato
Udine, 01/06/2012 - Palacus - Finali European Reggae Contest - Foto Luca d'Agostino/Phocus Agency © 2012
Udine, 01/06/2012 - Palacus - Finali European Reggae Contest - Foto Luca d'Agostino/Phocus Agency © 2012

UDINE. «Filippo Giunta è un grande organizzatore culturale e il suo festival era quanto di meglio ci fosse in Friuli, in termini di riflessione e confronto sui temi più scottanti del momento. A cominciare proprio dal consumo delle droghe».

L’ex sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone, non aveva mai fatto mistero della propria simpatia per il Rototom e per l’operato dei suoi organizzatori. Ieri, il suo pensiero è diventato testimonianza giurata.

Il già deputato ed europarlamentare, oggi presidente dell’associazione “la Società della ragione” e coordinatore nazionale dei garanti dei detenuti, ha ribadito apprezzamento e appoggio pieno al festival di Osoppo davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Matteo Carlisi.

Lo ha fatto intervenendo nel processo che vede Giunta accusato di avere agevolato l’uso di sostanze stupefacenti proprio attraverso le giornate del Sunsplash e nel quale è stato citato dalla difesa in qualità di teste. Alla prossima udienza, fissata per il 26 marzo, sarà lo stesso Giunta a parlare. Poi, terminato l’esame dell’imputato, le parti trarranno le rispettive conclusioni nella discussione che chiuderà l’istruttoria dibattimentale.

Della lista testimoniale di ieri facevano parte anche alcuni funzionari di Polizia. Da Venezia, dove dirige la Digos, è arrivato l’ex capo della Squadra mobile di Udine, il primo dirigente Ezio Gaetano, mentre dalla Questura di viale Venezia, dov’è responsabile dell’Ufficio minori della Divisione anticrimine, è stata convocata la sostituto commissario Mara Lessio.

Entrambi sono stati invitati a rievocare modi e tempi dei controlli effettuati in occasione delle varie edizioni del Rototom. Fino a quella del 2009, l’ultima prima del sofferto trasloco a Benicassim, vicino Valencia, in Spagna. Obiettivo della difesa, rappresentata dagli avvocati Alessandro Gamberini e Simona Filippi, dimostrare e valorizzare la collaborazione da sempre dimostrata dagli organizzatori alle forze di polizia.

«È emerso chiaramente che gli agenti erano in tanti e che hanno potuto sempre svolgere agevolmente il loro lavoro - è stato evidenziato dai legali a fine udienza -. Per facilitare i controlli, non si è esitato a lasciare che la polizia affiancasse con proprio personale quello addetto alle casse e registrasse in tempo reale tutti coloro che partecipavano al festival». Dalla parte di Giunta, a parere della difesa, anche i numeri. «L’edizione del 2009 si era chiusa con 103 arresti - hanno osservato gli avvocati - e questo la dice lunga per una manifestazione che quell’anno aveva registrato 150 mila presenze, per un totale di 11 giornate di musica e incontri».

Con l’ex parlamentare, il discorso si è spostato sul piano “nobile” della cultura e delle sue varie declinazioni. Musica reggae compresa. «Il Rototom - ha detto Corleone, rivolgendosi a magistrati (per la pubblica accusa, in aula, c’era il pm Alessandra Burra) e avvocati - aveva caratteristiche di unicità: non era soltanto un festival musicale, ma uno spazio straordinario per il confronto, e si muoveva in un clima di non violenza tale, da spingere l’Unesco ad assegnargli nel 2009 un riconoscimento per il suo contributo alla pace». È proprio in questa dimensione di dibattito internazionale che Giunta e Corleone si erano impegnati in una battaglia volta a smantellare la Fini-Giovanardi.

«L’articolo 79 qui contestato - ricorda l’ex sottosegretario - era già previsto nel Dpr 309/1990. Una norma da “fumeria dell’oppio”, ecco cos’era. Ma almeno la vecchia Iervolino-Vassalli diversificava ancora il tenore della pena. Da quando è cominciato questo processo, ho continuato a occuparmi del Sunsplash, organizzando conferenze stampa e lanciando la campagna sull’incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi. A Giunta e al suo festival - ha concluso - va restituito l’onore che meritano con un’assoluzione piena».

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