La decisione di Roma: il Friuli diventa zona arancione da domenica. Spostamenti, locali, negozi: ecco cosa cambia

UDINE. Il Friuli Venezia Giulia crolla in zona arancione. Una decisione inaspettata sotto molti punti di vista a partire da un Rt in netta diminuzione e pari a 1,34 nella settimana tra il 2 e l’8 novembre, cioè quella presa in considerazione nell’analisi della cabina di regia del ministero della Salute, e gran parte dei parametri – dal tasso di occupazione delle Terapie intensive a quello degli altri reparti – perfettamente nei parametri previsti. La Regione paga per l’aumento del tasso di positività in relazione ai tamponi effettuati oltre a un tracciamento sceso, in un mese, dal 100% all’83% e, dunque, da domenica 15 entra ufficialmente in zona arancione con una serie di limitazioni alle libertà personali e alle attività ben più pesanti rispetto a quelle delle ultime settimane. Attenzione, però, perché oggi entra in vigore l’ordinanza firmata da Massimiliano Fedriga, mentre domani alla (mini) stretta regionale si sommerà quella decisa dal ministero per le zone arancione.
Spostamenti
Le novità più impattanti, da domani, in Friuli Venezia Giulia riguarderanno prima di tutto il divieto di spostamenti, in entrata e in uscita, da una Regione all’altra – non si potrà quindi andare in Veneto che resta zona gialla – e da un Comune di residenza all’altro, salvo per comprovati motivi di lavoro, studio, salute e necessità. Il Governo, tra l’altro, raccomanda – ma non impone – anche di evitare gli spostamenti non necessari nel corso della giornata all’interno del proprio Comune di residenza.
Prevista da domani, inoltre, la chiusura totale di bar e ristoranti, sette giorni su sette, e non più alle 18 come attualmente in vigore in Friuli Venezia Giulia. L’asporto, invece, viene consentito fino alle 22, mentre non c’è alcuna limitazione per le consegne a domicilio. Il resto dei provvedimenti, quindi, sono quelli già attualmente in vigore. Resta, nel dettaglio, il divieto di circolazione dalle 22 alle 5 del mattino – sempre salvo comprovati motivi di lavoro, necessità oppure salute – così come la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e pre-festivi a eccezione delle farmacie, parafarmacie, dei punti vendita di generi alimentari, delle tabaccherie e delle edicole posizionate al loro interno.
Chiusi musei e mostre, così come non possono operare piscine, palestre, teatri, cinema, mentre restano aperti i centri sportivi. Si continua con la didattica a distanza per le scuole superiori, fatta eccezione per gli studenti con disabilità e in caso di utilizzo dei laboratori. Ok anche alla didattica in presenza per le scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie. Niente da fare, invece, per le università, salvo alcune attività specifiche per gli studenti del primo anno. Confermata, poi, anche la riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico – a eccezione di quello scolastico –, al pari della sospensione di attività delle sale giochi e delle slot machine anche nei bar e nelle tabaccherie.
I NOSTRI APPROFONDIMENTI
L'ordinanza regionale
Alla mezzanotte di sabato 14 novembre entra in vigore l’ordinanza firmata da Massimiliano Fedriga e che, da domenica, sommerà le sue limitazioni a quella di Roberto Speranza perché l’ultimo Dpcm di Giuseppe Conte consente alle Regioni soltanto disposizioni che limitano ulteriormente le maglie delle libertà rispetto a quanto deciso dal Governo, non le allarghino.
Nell’ordinanza regionale, prima di tutto, viene specificato in maniera ancora più tassativa l’obbligo di utilizzo della mascherina in ogni occasione quando si esce di casa fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni, per le persone affette da particolari patologie che ne sconsiglino l’uso, oppure quando si è in solitaria e si viaggia su mezzi privati con al massimo i conviventi. L’attività motoria all’aperto, andando oltre, deve essere svolta preferibilmente in parchi pubblici, aree periferiche e sempre nel rispetto della distanza di almeno due metri, al di fuori di piazze e strade del centro storico e di strade affollate. Una scelta, questa, che, almeno teoricamente perché poi la verifica pratica è tutta un’altra cosa, vieterebbe anche le camminate in centro.
Confermata anche la disposizione che prevede l’accesso agli esercizi di vendita di generi alimentari di un solo componente del nucleo familiare, fatto salvo i casi di accompagnatori di persone in difficoltà oppure dei minori di 14 anni. I mercati, quindi, saranno autorizzati a operare – come in primavera – esclusivamente previa presentazione di un apposito piano anti-assembramenti con separazione dei varchi d’ingresso e uscita e una sorveglianza che verifichi il rispetto del distanziamento sociale.
Una delle vere novità, per quanto almeno al momento sia soltanto una raccomandazione e non un obbligo di legge, è la richiesta agli esercizi commerciali di medie e grandi dimensioni di garantire l’accesso ai propri negozi nelle prime due ore di attività agli over 65. È prevista, andando oltre, nelle scuole del primo ciclo scolastico – primarie e secondarie di primo grado – la sospensione delle lezioni di educazione fisica, di canto e di ogni strumento a fiato considerate a forte rischio di contagio.
Con la chiusura “h24” di bar e ristoranti, inoltre, decade di fatto il vincolo di consumare cibi e bevande soltanto seduti a partire dalle 15, mentre essendo consentito l’asporto resta valido il divieto di mangiare o bere all’esterno dei locali stessi. Ok, quindi, ad alcune misure specifiche per le giornate prefestive e festive. In particolare, in Friuli Venezia Giulia chiuderanno tutte le grandi strutture di vendita e quelle di media struttura maggiore – cioè superiore ai 400 metri quadrati come previsto dalla normativa regionale in materia per questa definizione di esercizi commerciali –, mentre nei giorni festivi, pertanto già a partire da domenica 15 novembre, è vietato ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso oppure su area pubblica. Ogni blocco all’operatività esclude, come ormai abbiamo imparato da mesi, le attività ritenute essenziali quali farmacie, parafarmacie, tabaccherie, edicole e vendita di generi alimentari.
Misure per due settimane
È meglio prendere subito confidenza con le nuove regole perché il Friuli Venezia Giulia resterà in zona arancione almeno per le prossime due settimane, a partire da domani. Le disposizioni nazionali, infatti, prevedono che quando una Regione entra in una fascia di pericolo – in questo caso l’arancione per quanto ci riguarda – debba rimanerci per almeno due settimane prima di poter, in caso di miglioramento dei parametri presi in considerazione, alleggerire i propri divieti interni. Diverso, invece, è il caso dei peggioramenti come insegna la Toscana passata nel giro di una settimana da zona gialla ad arancione e quindi, da domani, a rossa.
Una situazione, questa, da evitare perché imporrebbe non soltanto la chiusura di tutti i negozi – che invece in fascia arancione possono lavorare – fatta eccezione per supermercati, beni alimentari, edicole, tabaccherie, farmacie, parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Ma comporterebbe pure il divieto di ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune di residenza, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute.
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