La “dama degli appalti” puntava sul Fvg. Telesca: ho detto no

Obiettivo il progetto di odontoiatria sociale della Regione. L’assessore: «Un solo incontro, poi non ho più risposto»

UDINE. La longa manus di Maria Paola Canegrati – l’imprenditrice brianzola arrestata martedì su ordine della Procura di Monza – e della sua Servicedent ha tentato di allungare i suoi tentacoli sino in Friuli Venezia Giulia.

La donna che amministra varie società del settore odontoiatrico e che aveva ottenuto una sorta monopolio nell’assegnazione degli appalti nelle strutture ospedaliere lombarde per un giro di affari valutato in 400 milioni di euro in 10 anni aveva infatti messo nel mirino anche il sistema sanitario regionale, ma è stata seccamente respinta.

Un progetto, in particolare, interessava la “dama degli appalti” – come è stata definita nell’inchiesta che sta facendo tremare la giunta di Roberto Maroni – e cioè il progetto di odontoiatria sociale che la Regione ha affidato alle cure di Roberto Di Lenarda direttore della clinica Odontoiatrica e Stomatologica degli “Ospedali Riuniti” di Trieste.

Ne parla apertamente, Canegrati, in una delle intercettazioni che hanno permesso agli inquirenti di scoperchiare l’ennesimo vaso di Pandora della sanità lombarda. «L’ingegnere Andrea Oddi è uno che pesa» racconta Canegrati che poi spiega come Oddi «è il presidente mondiale del Rotary, padrone di mezza Trieste, e ha buoni rapporti con la Telesca, assessore alla sanità del Friuli Venezia Giulia».

Vuole entrare nel sistema sanitario regionale, Canegrati, ma non ce la farà come racconta la stessa Telesca che si ricorda bene di quegli incontri avvenuti qualche mese or sono. «Canegrati probabilmente deve essere venuta a conoscenza – spiega l’assessore alla Salute – del nostro progetto di odontoiatria sociale e più volte, per interposta persona, mi ha chiesto di incontrarla».

Succede spesso, praticamente ogni giorno, che qualcuno chieda ai componenti della giunta un appuntamento per presentare progetti o iniziative e Telesca, alla fine, accetta. «Per pura cortesia abbiamo incontrato, io e il professor Di Lenarda, prima Oddi e poi Canegrati – racconta – per ascoltare le “meraviglie” del loro lavoro in Lombardia, ma ci siamo resi conto, immediatamente, che non potevano fare al caso nostro».

Perchè Canegrati, esattamente come all’ombra del Pirellone, puntava a un’esternalizzazione del servizio in mani private. «La sua proposta non aveva nulla a che fare – continua Telesca – con il modello di odontoiatria sociale che abbiamo in mente.

In Friuli Venezia Giulia il progetto è nato con l’intenzione di mantenerlo all’interno del sistema pubblico e, caso mai, solo in futuro, quando le risorse o le strutture regionali non dovessero più bastare alle esigenze dei cittadini, pensare ad aperture esterne in convenzione con i privati.

I costi? Non siamo nemmeno arrivati a quel punto della discussione considerato che abbiamo spiegato loro subito come il modello proposto non ci interessasse».

Ma Canegrati non si arrende, perchè dopo la Lombardia vuole utilizzare il suo sistema anche in Friuli Venezia Giulia e pure in Liguria stando a quanto emerge dall’inchiesta.

Un sistema che aveva l’obiettivo di spingere gli utenti a preferire le prestazioni a pagamento invece di quelle erogate del servizio sanitario nazionale o, nel caso del Friuli Venezia Giulia, regionale. Ma anche una complessa rete in cui grazie a un elenco di liste di attesa gonfiate e una serie di trucchi creati ad hoc si faceva credere ai pazienti che una prestazione nel privato sarebbe costata soltanto poco più che nel pubblico. E contatta nuovamente l’assessore Telesca.

«Mi hanno inviato un sms qualche settimana dopo – conclude – per sollecitare un nuovo incontro, non ho nemmeno risposto e da quel giorno non ho più saputo nulla, fino alle cronache di questi giorni, di Oddi o Canegrati».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:sanità

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto