La crisi del giornalismo spiegata ai ragazzi «Più obiettività e meno opinioni personali»

Il giornalista Paolo Barbieri ospite della redazione dell'Intrepido, il giornalino del liceo scientifico Copernico di Udine
Alice Sebastianutto





“Il giornalismo è il cane da guardia contro il potere” è la definizione prediletta dal giornalista Paolo Barbieri ospite della redazione dell’Intrepido, il giornalino scolastico del liceo Copernico.

Giornalista della redazione di Milano dell’Agenzia nazionale stampa associata (Ansa), fondatore della rivista bimestrale QuiLibri, è anche intellettuale appassionato di filosofia e nel 2021 ha pubblicato due nuovi libri: “Il violino di Anassimandro” e “La principessa del sogno”).

«Ho deciso che avrei fatto il giornalista il 28 maggio 1974 – ha raccontato alla redazione–. Ero uno studente e avevo partecipato a una manifestazione in piazza della Loggia a Brescia insieme ai miei compagni e ai professori. Una volta terminata la manifestazione, sono andato a ripararmi dalla pioggia sotto i portici insieme ad alcuni insegnanti. Dopo un po’di tempo è venuto a chiamarmi un compagno dicendomi di raggiungere gli altri che si trovavano da un’altra parte. Ho deciso di seguirlo e dopo aver camminato per venti metri, nel punto dove mi stavo riparando prima è scoppiata una bomba. Da quel momento ho capito che avrei voluto raccontare notizie».

Spesso il giornalismo viene definito come il quarto potere ma Barbieri lo ritiene un possibile freno contro il potere. Secondo lui, infatti, un giornalista dovrebbe porsi come mezzo, come intermediario tra le Istituzioni e il pubblico e raccontare le notizie nel modo più “onesto” possibile, consapevole del fatto che non si può essere del tutto obiettivi poiché quando si scrive si tende a seguire la linea editoriale: «È meglio dire: noi cerchiamo di raccontare al meglio le cose e non nascondiamo però la nostra opinione, la nostra opinione è dichiarata – ha spiegato–. Però quando vi raccontiamo una cosa, teniamo conto anche di chi la pensa diversamente. Questa è la vera obiettività. Avverto una crisi nel mondo giornalistico – ha continuato – Ai miei tempi i giornali distinguevano la notizia dalle opinioni sottolineando quest’ultime con il carattere del corsivo. Al giorno d’oggi, invece, notizie e opinioni tendono ad essere intrecciate. Il giornalista dovrebbe fornire gli strumenti affinché il lettore possa crearsi delle opinioni e non fornire lui stesso opinioni. Quando sono stato assunto all’Ansa il primo giorno ho conosciuto il direttore Sergio Lepri: “Guardi Barbieri – mi ha detto – lei può avere tutte le idee che vuole, io non le voglio leggere sul notiziario”. È stata una lezione fondamentale».

La necessità di aggiungere opinioni nel momento in cui si scrivono notizie secondo Barbieri è dovuta sia al fatto che i giornali hanno ampliato il numero delle pagine sia al fatto che i siti puntano ad avere il numero maggiore di visualizzazioni possibili e quindi hanno come obiettivo principale quello di catturare l’attenzione del pubblico piuttosto che la qualità dell’informazione. L’utilizzo diffuso dei mezzi digitali, inoltre, limita i giornali cartacei perché il lettore tendenzialmente viene a conoscenza della notizia sul Web prima che esca l’edizione del giornale e ciò induce i giornalisti a dover arricchire il più possibile i loro articoli inserendo anche opinioni.

Riuscire a trovare informazioni corrette sui siti d’altro canto può risultare difficile. «La rete infatti – ha spiegato ancora– ha aumentato la diffusione di fake news poiché sul Web ciascuno può facilmente scrivere e condividere articoli e spesso molti di questi presentano sia informazioni vere sia inventate».

Il giornalista consiglia dunque di leggere sempre gli articoli con spirito critico e di andare a verificare le informazioni su un giornale cartaceo ritenuto attendibile, oppure su un sito di agenzia di stampa, perché le agenzie forniscono informazioni certificate che vengono prese come riferimento anche dai giornali.

Un altro fenomeno che amplifica la diffusione di false informazioni che disorientano il pubblico, è quello delle interviste agli interlocutori sbagliati: «L’autorevolezza dei giornali è anche quella di saper scegliere gli interlocutori non per forza i più conosciuti dal grande pubblico ma i più attendibili e competenti in quello specifico campo. Credo che il giornalismo debba tornare a rispettare questi principi».

Infine ai ragazzi che vogliano intraprendere la carriera di giornalisti, Barbieri ha consigliato di cominciare seguendo la cronaca nera, «una buona palestra per imparare ad essere precisi e la precisione è fondamentale quando si scrive. Bisogna essere umili e accettare anche gli incarichi minori che vengono assegnati – ha aggiunto – perché le capacità si raggiungono con l’esperienza».

«Fondamentale per un giornalista, infine, è essere il più possibile presente nel luogo dove sono accaduti i fatti, poiché si riduce la possibilità di errori di interpretazione che sorgerebbe se si dovesse fare affidamento su altre personee si possono scoprire più informazioni. Ho fatto tante volte l’inviato – ha concluso – e posso dire che quando ci si trova sul posto si respirano le notizie nell’aria».—



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